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Sab, Apr

Dopo il lungo periodo della pandemia che ci aveva imposto il distanziamento sociale, il 25 Aprile scorso la Famiglia Paolina dei Castelli Romani ha potuto ritrovarsi insieme nella casa Divin Maestro di Ariccia per “una giornata di festa”. Oltre alla gioia di poter nuovamente stare vicini godendo della reciproca presenza, di pregare e di condividere esperienze e testimonianze, si è scelto un tema su cui riflettere.

Molti di noi avevano a più riprese sentito parlare del fatto che i cooperatori paolini avevano un nuovo statuto, ma pochi lo conoscevano. Valorizzando la presenza di Don Vito Fracchiolla che, come Consigliere generale, ha partecipato fin dagli inizi alla stesura del nuovo Statuto, si è voluto far conoscere le novità contenute nel nuovo Statuto. Ecco allora che – partendo dal tema “Il nuovo statuto dei cooperatori paolini” – potevamo estendere la nostra riflessione sull’identità e il ruolo di questa associazione laicale fondata da don Alberione il 29 giugno 1917.

«I Cooperatori – scriveva il fondatore nel 1954 – sono pensati così: Persone che capiscono la Famiglia Paolina e formano con essa unione di spirito e di intendimenti. Credono nel valore del carisma paolino, e continuano, diffondono, propongono nei più svariati settori e ambienti i molteplici apostolati della Famiglia Paolina». (Mi protendo in avanti, p. 483). Già dai titoli dei singoli capitoli del nuovo statuto emerge con chiarezza che il soggetto principale dello Statuto sono i Cooperatori Paolini. Da subito, l’attenzione è posta su colui che, per vocazione, diventa ‘Cooperatore Paolino’; colui che, per il Battesimo è chiamato alla santità e che accogliendo la chiamata di vivere il Vangelo, da laico, si impegna a incarnarlo nel mondo per ‘dare a tutti Gesù Maestro Pastore Via, Verità e Vita’ con la stessa passione dell’apostolo Paolo. [Cfr. Art. 2 §2; Art. 4 §3; Art. 11§1].

Il concetto di unità è poi una delle chiavi principali di lettura del nuovo Statuto. L’unità è nella identità dei Cooperatori, che appartengono alla Famiglia Paolina. Non si parla di Cooperatori di questa o di quella Congregazione, ma di Cooperatori Paolini! Una è la comune origine, uno è lo spirito, unica è la missione vissuta nella partecipazione alle dimensioni apostoliche ‘comunicazionale o liturgica o pastorale o vocazionale’ proprie della Famiglia Paolina, a partire dalla propria sensibilità e nella specificità della propria vocazione laicale. I Cooperatori Paolini partecipano della molteplicità degli apostolati delle Congregazioni Paoline, apostolato diversi, ma convergenti allo stesso fine. “Questa profonda unità nella diversità appartiene alla natura carismatica della Famiglia Paolina” (Catechesi Paolina, p. 67). [Cfr. Art. 3 §§3.4; Art. 9 §§2.7; Art. 19 §1].

In tutto il testo è poi marcata l’indole laicale del CP che, nella Chiesa e nel mondo, vive la sua vocazione ‘paolina’ come lievito nella pasta, luce sul candelabro, città posta sul monte (cfr. Mt 5,14ss). Il laico Cooperatore Paolino, vivendo la sua vocazione nel quotidiano della vita familiare, professionale, sociale ed ecclesiale è realmente “estensione” della presenza della Famiglia Paolina nel mondo, “ha il medesimo ideale di Gesù: accendere il fuoco dell’amore di Dio in ogni anima e in tutto il mondo... collabora... a far giungere il Vangelo fino all’angolo più remoto della terra, e perciò ad accendere nelle menti degli uomini la luce della fede e il fuoco dell’amore” (G. Alberione, Il Cooperatore paolino, Albano Laziale, 1953, p. 209). [Cfr. Art. 2 §§ 3.4.5; Art. 4 §2; Art. 5 §2; Art. 9 §1].

Resta, infine, un punto che riguarda da vicino noi membri delle congregazioni religiose paolina. L’animazione e articolazione del cammino dell’Associazione, stimolando la comunione e l’unità, a livello mondiale, nazionale e locale è affidata a dei ‘Consigli’ formati, da rappresentanti dei Cooperatori Paolini laici. Il religioso/la religiosa che fa parte del Consiglio ha il ruolo di riferimento spirituale e carismatico dell’Associazione. [Cfr. Art. 16-20].

Nella Celebrazione eucaristica, che è seguita subito dopo la conferenza, partendo dal brano del Vangelo: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”, Don Vito ha posto alla nostra riflessione quale può essere oggi l’Apostolato che i membri della Famiglia Paolina dei Castelli Romani possono svolgere. Stante le situazioni delle nostre Comunità, l’apporto che noi possiamo dare all’Apostolato della Famiglia Paolina è quello di “essere le truppe di rifornimento per quelli che stanno in prima linea”.

La giornata si è conclusa con un pranzo conviviale e un arrivederci al prossimo incontro.