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Mar, Mag

Alle ore 10.30 del 5 settembre 2021 è deceduto presso l’ospedale San Camillo di Roma, a causa di un tumore al fegato,

FRATEL SERGIO AGOSTINO GIALDI
76 anni di età, 52 di vita paolina, 48 di professione

Fratel Sergio nasce a Castellucchio (Mantova) il 1° agosto 1945, quarto di sei figli, tre fratelli e tre sorelle, dai genitori Carla Bottoli e Agostino. Entra in comunità ad Albano Laziale (Roma) il 4 luglio 1969, comincia il Noviziato l’8 settembre 1971, e nello stesso giorno dell’anno successivo emette la Prima professione, che rinnova in perpetuo nel 1977.

Ha incontrato Don Alberione in circostanze particolari. Infatti, aveva lavorato nelle Ferrovie dello Stato prima di entrare in congregazione e una volta, “per caso”, vide il Primo Maestro che, senza conoscerlo, gli disse: «Ci dobbiamo incontrare!». Tempo dopo, quando aiutato dal suo parroco che era dell’Istituto “Gesù Sacerdote” venne a Roma per cominciare il cammino di formazione, incontrò ancora il Fondatore, che poi lo accompagnò ad Albano. Proprio in quell’occasione Don Alberione ebbe modo di dirgli: «Finalmente sei arrivato!». E solo allora fratel Sergio si ricordò di averlo incontrato quando lavorava alle Ferrovie.

Ha iniziato la sua attività apostolica come responsabile della Commerciale Edizioni Paoline di Roma nel 1974, fino al 1980. In seguito è stato in libreria a Bari (1982-1988) e poi presso la San Paolo Film Audiovisivi a Roma (1988-1993). Dal 1993 al 2019 lo troviamo a Torino incaricato del Deposito Saie. Nel 2019 viene trasferito nella Comunità dell’infermeria “Timoteo Giaccardo” di Roma, dapprima per dare un semplice aiuto e poi come Delegato. Nel 2020 è eletto Consigliere provinciale.

Nonostante potesse apparire, per la sua statura e mole fisica, persona burbera e talvolta schiva, nella sua semplicità e riservatezza aveva il cuore pari proprio alla sua statura e mole. “Gigante buono” lo ha definito un confratello, un religioso che veramente amava la sua vocazione come Discepolo del Divin Maestro.

Ha passato la maggior parte della sua vita a Torino. Per molti anni è stato consigliere locale della comunità, capace di trovare una soluzione alle varie difficoltà, sempre con animo generoso. Visitando la sua camera si potevano vedere due quadri con i certificati e le attestazioni del suo impegno nella città di Torino e nella Regione Piemonte. Era stato infatti, per tanti anni, volontario della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco. Un’esemplarità nel sociale!

Ha passato gli ultimi due anni della sua vita a Roma, nel periodo tragico del Covid-19, soprattutto durante i momenti critici, quando l’infermeria è stata contaminata in modo grave, rimanendo colpito anche lui dal virus. Tante sono state le situazioni nelle quali ha dovuto decidere di fronte alle varie emergenze che si susseguivano. È in queste occasioni che ha mostrato il suo coraggio e generosità, spendendosi veramente per il bene dei fratelli.

Fratel Sergio aveva il desiderio di assistere i confratelli malati e degenti non soltanto a livello terapeutico, ma con una visione più ampia legata al loro benessere fisico e spirituale. Ed era questa la premessa fondamentale per lo sviluppo di una “pastorale paolina della salute”. Lo affermava in ogni dialogo fraterno: «La migliore strategia da attuare è l’ascolto e la condivisione».

In questa attenzione all’altro, aveva avviato degli incontri quotidiani di una mezz’ora, in cui riuniva i confratelli per informarli sulla vita della Congregazione e della Famiglia Paolina e sulle iniziative apostoliche.

Durante l’appuntamento del 21 luglio scorso degli #incontripaolini, fratel Sergio ricordava a tutti il bisogno di «stare con l’anziano, star lì, chiacchierare con l’anziano» e sottolineava: «Curo la persona singola, dialoghiamo, preghiamo e facciamo un cammino insieme».

L’infermiera con cui lavorava giornalmente, e che le è stata vicino fino all’ultimo momento, ricorda che «ogni mattina accoglieva i fratelli che avevano bisogno di parlare… ascoltava, rifletteva e poi agiva… Mi diceva di sorridere, diceva che il sorriso dà speranza a chi sta male… Lo ricorderò sempre per aver creduto in me… Gli ultimi giorni mi diceva che pensava alla morte, ma non ne aveva paura».

Il Signore accolga questo nostro fratello discepolo in Paradiso, insieme ai nostri Beati e Venerabili, insieme alla Famiglia Paolina e lo ricolmi con la sua grazia.

 

Roma, 6 settembre 2021                                        

Don Vito Spagnolo, ssp 

 


I funerali saranno celebrati martedì 7 settembre alle ore 11.30 presso la Sottocripta del Santuario Regina degli Apostoli. La salma sarà tumulata nel cimitero Laurentino di Roma.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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Agenda Paolina

07 Maggio 2024

Feria (bianco)
At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11

07 Maggio 2024

* Nessun evento particolare.

07 Maggio 2024SSP: Fr. Matteo Cattazzo (2001) - D. Ivo Pazzaglini (2007) - Fr. Marion Santoro (2009) - Fr. Francesco Lim (2015) • FSP: Sr. M. Chiara Sergi (2005) - Sr. Assunta Bassi (2012) - Sr. M. Danila Ferrante (2012) - Sr. Trinidad Lingo (2018) • PD: Sr. Mariam Xaxa (2021) • IGS: D. Francesco Dattilo (2011) - D. Salvatore Piano (2019) • IMSA: Rosetta Sacchi (2016) • ISF: Michele Miraglia (2004) - Francesco Accossu (2007) - Assunta Atzori (2010).

Pensiero del Fondatore

07 Maggio 2024

Volontà vuol dir volere, vuol dire esser risoluto, vuol dire avere nell’animo di donar tutte le forze, tutte le energie al Signore; vuol dire... amare sempre di più il Signore, l’avere una speranza sempre più ferma, una fede sempre più sentita (APD56, 29).

07 Maggio 2024

Voluntad significa querer, significa ser resuelto, significa tener el ánimo de dar todas las fuerzas, todas las energías al Señor; significa... amar cada vez más al Señor, tener una esperanza cada vez más firme, una fe cada vez más viva (APD56, 29).

07 Maggio 2024

Will means wilfulness, it means being resolute, it means having in the soul to give all of one’s strength, all of one’s energies to the Lord; it means... loving the Lord more and more, having an ever firmer hope, an ever more heartfelt faith (APD56, 29).