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Gio, Mag

Alle ore 7 circa del 6 aprile 2020, Lunedì della Settimana Santa, è deceduto presso l’Ospedale San Filippo Neri di Roma il nostro fratello    

DON FRANCESCO LINO CAPONI
94 anni di età, 83 di vita paolina, 76 di professione e 69 di presbiterato

Don Francesco era stato ricoverato all’ospedale CTO di Roma il 25 marzo in seguito a una frattura del femore dovuta a una caduta. Già affetto da condizioni polmonari non ottimali e risultato positivo al tampone del coronavirus, è stato successivamente ricoverato all’Ospedale San Filippo Neri, dove pochi  giorni dopo ha reso l’anima a Dio.

Figlio di Alberico e Casilde De Luca, don Caponi era nato il 2 maggio 1925 a Jenne, una località in provincia di Roma a pochi chilometri da Subiaco, luogo dove San Benedetto all’inizio del VI secolo diede origine a 13 monasteri, epicentro del gigantesco movimento che da lui prese il nome e che si diffuse in tutta Europa. Secondo di 7 tra fratelli e sorelle, deve la sua vocazione – così raccontano le cronache raccolte nel suo paese di origine in occasione dei festeggiamenti per il suo 50° di sacerdozio – a un voto fatto dal padre in occasione di un incidente domestico, quando il piccolo Francesco, ancora in fasce, gli cadde a terra. Preso dal panico per gli esiti di quella distrazione, papà Alberico offrì immediatamente il neonato a Dio, «promettendo di consacrarlo alla vita sacerdotale qualora si fosse salvato».

Le cose andarono effettivamente così. Il 2 ottobre 1936, a 11 anni compiuti, entrò nella Casa di Roma, attratto da quell’apostolato stampa, a quel tempo ancora abbastanza agli esordi, che rappresentava una novità assoluta per la vita religiosa, capace di tradurre in termini moderni l’ora et labora del Padre Benedetto. La formazione proseguì con la prima professione religiosa, emessa ad Alba l’8 settembre 1943, proprio nella storica giornata dell’Armistizio (la resa dell’Italia alle potenze Alleate), che segnò l’inizio di una dolorosa e sanguinosa guerra civile in Italia. Don Francesco, che in quell’occasione assunse Lino come nome di professione, esattamente 4 anni dopo, sempre ad Alba, confermò in perpetuo i voti religiosi. Seguì l’8 luglio 1950 l’Ordinazione sacerdotale presso la chiesa dei Ss. XII Apostoli di Roma per l’imposizione delle mani di Mons. Luigi Traglia.

Molto dotato nelle materie umanistiche don Caponi, dopo aver conseguito la licenza in teologia, nel 1951 fu destinato prima alla casa di Lumiar, un quartiere di Lisbona (Portogallo), e poi, dal 1956, nella comunità di Camarate, che successivamente sarà spostata nell’attuale e limitrofa Apelação. In Portogallo “Padre Francisco”, come lo chiamavano i suoi studenti, alcuni dei quali ancora Paolini attivi, si dedicò per vari anni a impartire lezioni di latino, greco, francese, letteratura latina e greca nonché filosofia tomista al nostro liceo con quella saggezza che ne fece per loro un vero e proprio “padre”. Si dedicò molto in terra lusitana anche al ministero pastorale presso alcune parrocchie, e ancor oggi molti fedeli lo ricordano per la sua originale saggezza e per la novità dell’Evangelo che sapeva trasmettere. Si dedicò alacremente anche all’attività editoriale, visto anche il suo interessamento al mondo della pubblicistica, divenendo a un certo punto anche Direttore delle Edizioni Paoline portoghesi.

Fu tra i primi a tradurre in lingua portoghese, lingua che ormai aveva appreso molto bene, i testi di Yves Congar, uno dei principali esponenti della Nouvelle Théologie e perito del Concilio Vaticano II. Lo stesso Congar, dai racconti del medesimo don Caponi, gli aveva scritto una lettera ringraziandolo particolarmente per la traduzione in portoghese di un suo libro. Negli ultimi anni della sua permanenza in Lusitania fu anche Direttore della rivista Familia Cristã.

Rientrato a Roma verso la metà degli anni ’70, continuò a impartire lezioni di Letteratura agli studenti paolini e fu Maestro delle vocazioni adulte. Fu anche Direttore, dal 1974 e per parte degli anni ’80, del mensile Vita pastorale, voluto dal Beato Giacomo Alberione per la formazione permanente del clero. Negli anni a seguire è stato sempre membro della comunità San Paolo di Roma, dedicandosi alacremente al ministero della riconciliazione in alcune parrocchie e assistendo spiritualmente vari gruppi del Rinnovamento dello Spirito presenti nella Capitale.

Don Francesco, uomo di molta fede e di profonde convinzioni, persona riservata e a volte un po’ scontrosa, è stato un grande amante della cultura e non ha mai smesso di leggere libri, nemmeno negli ultimi anni, quando le forze cominciavano a venir meno. Ora che gode del premio eterno, invochiamo la sua intercessione in questo tempo di grande prova per tutta l’umanità.

 

Roma, 6 aprile 2020                                             

Don Stefano Stimamiglio, ssp
Segretario generale


La tumulazione della salma di don Francesco avrà luogo martedì 7 aprile 2020 alle ore 16 (ora locale) nel cimitero di Jenne (Roma, Italia).

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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San Giuseppe non faceva rumore, ma la sua vita era tutta nel suo interno e le manifestazioni esterne erano un risultato, un riflesso dell’interno. San Giuseppe fu obbedientissimo alle prescrizioni della legge mosaica; fu obbedientissimo nell’eseguire i voleri di Dio. Allora ottenga a noi questa vita interiore (APD56, 226).

02 Maggio 2024

San José no hacía ruido, pero su vida estaba totalmente dentro de él y las manifestaciones externas eran un resultado, un reflejo de lo interior. San José fue obedientísimo a las prescripciones de la ley mosaica; fue obedientísimo en el cumplimiento de la voluntad de Dios. Que obtenga, pues, para nosotros esta vida interior (APD56, 226).

02 Maggio 2024

St Joseph made no noise, but his life was all within him and the external manifestations were a result, a reflection of the interior. St Joseph was very obedient to the prescriptions of the Mosaic law; he was most obedient in carrying out the will of God. May he then obtain for us this interior life (APD56, 226).