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Dom, May

Alle ore 11 di domenica 14 gennaio 2018, presso la comunità “Divina Provvidenza” di Alba, è morto a causa di una metastasi tumorale

DON DOMENICO FEDELE BRANDOLINO
78 anni di età, 64 di vita paolina, 56 di professione e 49 di sacerdozio

Una vita condotta in punta di piedi quella di don Domenico. Chi lo ha conosciuto ne ricorda sicuramente i tratti delicati, non privi di una naturale timidezza che ha avuto fin da ragazzo.

Domenico nasce il 26 novembre 1939 a Caramanico Terme (Pescara) in un suggestivo borgo medievale a 650 metri di altitudine, situato nel cuore nel Parco Nazionale della Majella. La sua famiglia, di modeste condizioni, è composta da papà Nicola, mamma Assunta e da sei tra fratelli e sorelle. Domenico prova fin da giovane un’attrazione per le cose dello Spirito e decide, con il consenso dei genitori, di entrare nella Società San Paolo neanche 14enne: è il 27 settembre 1953 quando varca la soglia della comunità di Pescara, aperta appena 11 anni prima.

Come tutti i suoi compagni vive la formazione paolina come l’ha pensata il nostro Fondatore: studio, preghiera e apostolato. Dopo i suoi primissimi anni in Casa, compie la vestizione ad Alba il 30 giugno 1958, per entrare nel noviziato di Albano Laziale due anni dopo. Il 7 settembre 1961 emette la prima professione religiosa, sempre ad Albano Laziale. I maestri di formazione sono contenti di lui: oltre a registrare una timidezza che lo porta, a volte, ad appartarsi dal gruppo, dimostra però fin da molto giovane una sincera dedizione all’apostolato, una sincera pietà e una connaturalità con la dimensione della povertà, avendo davvero poche esigenze per sé, dote umana avuta in eredità probabilmente dalla sua famiglia. A proposito di apostolato, durante i lunghi anni di formazione trascorsi tra le comunità di Pescara e di Alba si occuperà di brossura, magazzino e libreria. Anche lo studio gli riesce abbastanza bene, ragion per cui i formatori lo vedono fin da subito adatto ad occuparsi di giovani e scuola.

 Dopo la prima professione il giovane chierico si ferma a Roma per la formazione teologica, che completerà con l’ottenimento della licenza in Sacra Teologia. Segue l’ordinazione diaconale (5 maggio 1968) e quella sacerdotale, il 30 giugno 1968, avvenuta nel Santuario Maria Regina degli Apostoli per l’imposizione delle mani del cardinale Angelo Dall’Acqua.

Seguono lunghi anni di insegnamento tra Francavilla a Mare (Chieti) e Roma (1969-1980). Nel 1981 lo troviamo un anno nella comunità di Bari, dove, oltre a insegnare, si dedica all’apostolato della diffusione in libreria. Subito dopo, però, viene spostato a Cinisello Balsamo, dove rimarrà fino al 1984, sempre impegnato nella didattica in classe ma anche come vicepreside della scuola locale. Proprio in quell’anno torna a Pescara come animatore vocazionale, proprio lì dove era entrato 31 anni prima. Qui starà solo due anni perché nel 1986 i Superiori lo spostano ad Alba, in particolare nella Comunità Periodici. Nella cittadina dove è nata la Famiglia Paolina rimarrà ininterrottamente fino alla sua morte.

Ad Alba don Domenico inizia una nuova vita, dedicata soprattutto all’apostolato nella redazione albese, occupandosi soprattutto di Vita Pastorale, il mensile voluto dal Primo Maestro per la formazione permanente dei presbiteri italiani. In quella realtà ricopre a lungo anche l’incarico di Superiore locale (2000-2006 e 2009-2012) e di Delegato, praticamente fino alla fusione di quella comunità con Casa Madre (2013).

Oltre a tanti tra fratelli e sorelle della Famiglia Paolina, anche la Diocesi di Alba ricorda con gratitudine questo nostro confratello per i vari servizi pastorali svolti in seno a quella chiesa locale nei suoi oltre 30 anni di permanenza: in particolare la comunità parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a Neive e i religiosi e le religiose della zona, avendo don Domenico svolto per diversi anni l’incarico di Vicario episcopale per la vita consacrata, animando tra l’altro molti ritiri.

Grati al Signore per averci concesso la delicata compagnia di questo suo apostolo per tanti anni, ci congediamo da lui con le parole dell’Apostolo: «Maranà tha: vieni, o Signore!» (1Cor 16,22).

 

Roma, 15 gennaio 2018                                   

Don Stefano Stimamiglio, ssp
Segretario generale


Le esequie si svolgeranno mercoledì 17 gennaio 2018 alle ore 10 presso il Tempio San Paolo di Alba. Presiederà la celebrazione il Vescovo di Alba, Mons. Marco Brunetti. Le spoglie mortali di don Domenico verranno poi deposte nel cimitero cittadino. 

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


ITAESPENG

Agenda Paolina

05 Mayo 2024

VI di Pasqua (bianco)
At 10,25-26.34-35.44-48; Sal 97; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17

05 Mayo 2024

* FSP: 1959 a Kaohsiung (Taiwan) • PD: 1953 a Cinisello Balsamo (Italia) • CP: 2015 Sergio Bernardini e Domenica Bedonni vengono proclamati Venerabili.

05 Mayo 2024SSP: Nov. Giuseppe Gambino (1930) - Fr. Vincenzo Tommasini (1994) - Don Aloysius Kokkatt (2022) • FSP: Sr. Paulina Campos (1964) - Sr. Imelda Bianchi (1987) - Sr. M. Paola Bergadano (2008) - Sr. Gisella Codias (2011) - Sr. Anna Liscia (2019) • PD: Sr. M. Pasqualina Giaccardi (1998) - Sr. M. Aurora Scellato (2014) • IGS: D. Giulio Polverani (2001) - D. Lorenzo Rossato (2004) - D. Angelo Maria Cuozzo (2012) • IMSA: Antonietta Ponzo (2015) • ISF: Luigia Pendinelli (2008) - Helen Ann Zuzik (2014).

Pensamentos

05 Mayo 2024

Innalzarsi nella santità! E allora innalzarsi nella santità non vuol dire abbassare gli altri, vuol dire elevarci noi a Dio nell’umiltà e nella fede e nell’amore. Abbassare gli altri per elevarci a noi, in fondo è il dominio dell’egoismo, è l’invidia portata al sommo e anzi alle più deleterie conseguenze (APD56, 291).

05 Mayo 2024

¡Alzarse en santidad! Y alzarse en santidad no significa rebajar a los demás, significa elevarnos nosotros a Dios en humildad, fe y amor. Rebajar a los demás para elevarnos nosotros es en el fondo dominio del egoísmo, es envidia llevada al máximo y hasta a las consecuencias más deletéreas (APD56, 291).

05 Mayo 2024

Grow in holiness! And so growing in holiness does not mean looking down on others, it means elevating ourselves to God in humility and faith and love. Looking down on others in order to elevate us to ourselves is basically the domain of selfishness, it is envy taken to the heights and indeed to the most deleterious consequences (APD56, 291).