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Alle ore 23.50 (ora locale) di venerdì 16 giugno 2023 è deceduto nell’infermeria di Roma a causa di una displasia gastrica

DON TEÓFILO BERNARDO PÉREZ ROJO
87 anni di età, 70 di vita paolina, 66 di professione e 60 di sacerdozio

Don Teófilo nasce a Gordaliza del Pino (León, Spagna) l’8 settembre 1935, quinto di sei figli (3 sorelle e 3 fratelli), dai genitori Domingo Pérez e Joaquina Rojo. Entra nella comunità di Zalla (Spagna) il 15 ottobre 1952, comincia il Noviziato il 7 settembre 1955, emette la Prima professione religiosa l’8 settembre 1956, assumendo il nome di Bernardo, si consacra definitivamente con la Professione perpetua l’8 settembre 1960 e viene ordinato sacerdote il 1° luglio 1962.

Don Teófilo, subito dopo l’ordinazione, si ferma a Roma qualche anno per ulteriori studi nel campo della Filosofia. Rientra in Spagna nel 1965 con l’incarico di Prefetto degli Studi e Professore di Filosofia e nel 1972 diventa Direttore di Vida pastoral, El Domingo e Mi Dominguito. Eletto Consigliere generale, nel 1975 ritorna a Roma, dove rimarrà fino al 1986, anno in cui, dopo un breve soggiorno in Venezuela, ritorna in Spagna, a Madrid, incaricato della direzione delle Edizioni Paoline, impegno a cui si aggiunge in seguito quello di Superiore della comunità. Nel 1988 viene nominato Superiore provinciale della Spagna e nel 1992 viene rieletto Consigliere generale e Vicario. Alla fine del mandato rimarrà nella Casa generalizia fino alla fine, svolgendo svariati servizi: traduttore, animatore, coordinatore dell’Équipe internazionale itinerante, Delegato della Comunità Canonico Chiesa, membro del Centro di Spiritualità Paolina.

Don Teófilo era una persona pacata, gentile, sorridente e delicata verso tutti, con un pizzico di humour e ironia che lo rendeva gradevole a chi gli stava vicino. Intelligenza viva, esigente verso sé stesso, lavorava con metodo e fedeltà ai suoi impegni, con grande spirito di sacrificio. Era una persona di equilibrio, sempre disponibile ad aiutare gli altri. Veramente una bella figura, un autentico paolino.Nella vita comunitaria era molto accogliente ed era una persona a cui piaceva molto partecipare alle attività della comunità. Anche a tavola, nonostante non potesse mangiare molto, rimaneva insieme agli altri, rideva, scherzava. Il suo linguaggio era tranquillo, ricco di battute e risposte umoristiche, non si lamentava mai né di sé né degli altri, una persona squisita, amava la presenza dei confratelli.

Don Teófilo era una persona di cultura, si teneva aggiornato in vari modi, leggendo i quotidiani e visitando in internet varie testate giornalistiche. Egli era soprattutto una persona di preghiera. Quando si arrivava in cappella, egli era sempre già al suo posto. Confidava e si fidava molto di Dio, sempre, in tutte le prove, e di queste sappiamo che ne ha dovute affrontare e superare parecchie. Così testimonia un confratello che ha vissuto con lui per tanto tempo: «Riguardo alla preghiera delle Lodi mi diceva che quando mi fosse capitato di recitarle da solo, se mi colpiva qualche frase, potevo fermarmi su quella frase e con essa riflettere assieme al Signore». Le sue omelie erano ricche, acute, sempre premurosamente scritte.

Nel campo apostolico era la massima autorità sulla normativa della Società San Paolo: Costituzioni e Direttorio, Manuale dell’autorità e Ratio Formationis. Quando c’erano difficoltà per l’interpretazione di questi testi si ricorreva a lui ed egli chiariva ogni dubbio. Anche negli ultimi mesi, quando poteva, si recava nel suo ufficio. Era infatti un piacere per lui poter lavorare ancora. Quando di recente è tornato dall’ospedale sant’Eugenio, nonostante non si fosse ancora ripreso del tutto, èandato in ufficio per svolgere il suo lavoro di traduzione. E quando qualcuno è andato a trovarlo in infermeria, gli confidava che aveva desiderio di lavorare ancora.

Don Teófilo era molto paziente e obbediente. Ha sempre accettato le terapie che gli venivano proposte, sin dal 1998 quando gli è stata asportata parte dello stomaco. In tutti questi anni si restava sempre colpiti dalla rapidità con cui si riprendeva: dal Covid, dalla frattura del femore, dall’ultima operazione all’intestino... In breve tempo ritornava alla sua vita quotidiana come se nulla fosse accaduto.

Ha affrontato le molteplici vicissitudini sanitarie con coraggio. Era cosciente del suo stato di salute e ha accettato questa prova con grande fede. Ha dato testimonianza di pazienza e accettazione del calvario che stava affrontando. Le infermiere hanno più volte testimoniato la sua docilità, gentilezza e gratitudine. Un’infermiera così si è espressa, alla notizia della sua scomparsa: «Avrà un posto importante in paradiso, perché di persone come lui ce ne sono veramente poche».

Don Teófilo ci lascia la testimonianza che nonostante la sofferenza, nonostante i tanti malanni che si incontrano nella vita, si può riuscire a trasmettere speranza, pazienza, tranquillità, serenità e capacità di procedere nella via della sofferenza senza mai lamentarsi, accettandola, crescendo e maturando sempre di più attraverso di essa. Negli ultimi giorni aveva confidato a un paolino che aveva «tre intenzioni principali: per il Papa, per il Superiore generale e per la Congregazione». Ha detto anche che stava accompagnando con la sua preghiera e con il suo sacrificio il Capitolo generale delle Pie Discepole.

Un confratello racconta: «Un giorno in cui sono andato a trovarlo, dopo che egli è tornato dall’ospedale san Camillo, mi diceva che pensava di morire questo mese, e mi confidava che ha cercato di fare del bene a tutti quanto più poteva. Questa sua parola per me è come un testamento».

Così sintetizza la figura di don Teófilo don Valdir José De Castro, ex Superiore generale: «Era un paolino di profonda spiritualità, sereno, umano nei rapporti interpersonali, sempre disponibile quando gli veniva chiesto qualche lavoro, soprattutto per quanto riguardava le traduzioni, i chiarimenti su qualche punto delle normative della Congregazione e anche il ministero sacerdotale nelle cappellanie della Famiglia Paolina. Veramente un grande uomo, che ci mancherà! Dio lo ricompensi per tutto il bene che ha fatto alla Congregazione e alla Chiesa».

Il Signore accolga questo nostro fratello – che ci ha lasciato alla fine del giorno del Sacratissimo Cuore di Gesù e all’inizio del giorno del Cuore Immacolato di Maria – e gli doni il premio eterno, mentre chiediamo a lui di intercedere per numerose e sante vocazioni per la Famiglia Paolina.

Roma, 17 giugno 2023

Don Vito Spagnolo, ssp


Il funerale verrà celebrato lunedì 19 giugno alle ore 15.30 nel Santuario Regina degli Apostoli. La salma sarà tumulata nel cimitero Laurentino di Roma.


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* FSP: 1994 a Santiago de los Caballeros (Rep. Dominicana).

April 28, 2024SSP: D. Vincenzo Mancardi (1973) - D. Luigi Ranieri (1982) - D. Sergio Costamagna (1993) - D. Giovanni Turco (2007) - D. Nicola Baroni (2019) • FSP: Sr. Margherita Boetti (1979) - Sr. Ester Innocenti (2003) - Sr. Cristina Pieri (2010) • PD: Sr. M. Agape Saccone (2008) - Sr. M. Carlina Cadavid Velásquez (2021) • IGS: D. Angelo Noto (1988) - D. Ennio Ori (2009) - D. Vincenzo Giunta (2016) • IMSA: Amelia Aguirre (2009) - Leonila Ricafort (2022) • ISF: Paola Taormina (2017) - Vincenzina Cardoni Mazzanti (2018).

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April 28, 2024

Amare, poiché Dio è amore e quindi dove c’è carità, c’è l’amore che è Dio e dove non c’è la carità, non c’è l’amore, perché l’amore è Dio. Allora adesso: esame sopra la carità vicendevole (APD56, 264).

April 28, 2024

Hay que amar, porque Dios es amor y por tanto donde hay caridad hay amor que es Dios y donde no hay caridad no hay amor, porque el amor es Dios. Ahora pues: examinémonos sobre la caridad recíproca (APD56, 264).

April 28, 2024

Love, because God is love and therefore where there is charity, there is love, which is God. And where there is no charity, there is no love, because love is God. So now: examination on mutual charity (APD56, 264).