28
Gio, Mar

Secondo me, da tempo, nelle nostre comunità, c’è un deficit liturgico importante che in realtà è alla base di tanti problemi, soprattutto comunitari, ma che poi si riflettono nella realizzazione della nostra missione, che a volte può essere vuota di contenuto, o almeno abbastanza carente dello spirito necessario per trasformare i cuori.

Certo, ci sono molte persone tra noi che vivono profondamente la vita liturgica, ma credo che non sia questo il clima generale che si respira nelle nostre comunità; di più: a volte si percepisce un rifiuto quasi spontaneo di tutto ciò che si riferisce alla liturgia, sicuramente perché si confonde con il rubricismo o perché lo si considera una cosa d’altri tempi, qualcosa di superato, o insignificante per gli attuali apostoli della comunicazione sociale. E intanto ci priviamo dell’immensa ricchezza che abbiamo a disposizione per vivere con intensità la nostra vita cristiana e per dare consistenza all’apostolato.

Dobbiamo partire dal fatto che nella liturgia ci muoviamo in un ambiente soprannaturale – tutto nella nostra vocazione è soprannaturale, anche se a volte sembra che ce ne dimentichiamo –, e quindi, ispirato e guidato dallo Spirito, nel quale Cristo continua a rendersi presente in mezzo a noi con tutta l’intensità del suo mistero di morte e risurrezione. E questo si fa in modo incredibile, semplice, ma assolutamente reale, nella liturgia. Pertanto, celebrare la liturgia – in tutte le sue manifestazioni – significa porsi su un piano superiore alla nostra stessa realtà, e dovrebbe esigere da noi un atteggiamento di ammirazione di fronte all’immensità del mistero e di umiltà nel riconoscimento della nostra piccolezza e incapacità di vivere un tale mistero.

Va ricordato che la liturgia nasce sempre dall’iniziativa di Dio, e quindi non è qualcosa che noi facciamo, magari per stare bene condividendo con gli altri, e nemmeno per pregare in comunità. Il nostro atteggiamento, quindi, deve essere sempre di accoglienza, piena di stupore, di un dono di Dio totalmente gratuito e immeritato, che ci precede, e che dà senso a tutto ciò che viviamo e facciamo.

Tutto questo è un invito a fare della liturgia il centro della nostra giornata, e a parteciparvi attivamente, in ogni sua manifestazione (Liturgia delle Ore, e soprattutto l’Eucaristia, celebrata e adorata), perché le nostre giornate trascorrano nel clima soprannaturale a cui è chiamata, affinché l’attività “apostolica” sia vero apostolato.

Quando non c’è vita liturgica in una comunità, tutte le dimensioni rimangono prive di linfa sufficiente e la comunità rimane stentata: la vita di preghiera diventa meccanica e superficiale; il desiderio di prepararsi all’apostolato rimane semplice curiosità per gli avvenimenti; l’apostolato diventa solo un lavoro più o meno soddisfacente; a poco a poco la vita consacrata si converte in un semplice titolo, se non un peso; e la vita comunitaria diventa un nome, una semplice convivenza, dove nel migliore dei casi i membri si sopportano a vicenda.

Da qui nasce la necessità di lasciarci coinvolgere nello spirito dell’azione liturgica con tutto il nostro essere – compreso il corpo –, che va oltre l’esperienza e le parole, per giungere al cuore del mistero. Perché “la Liturgia – diceva il nostro Fondatore – è qualche cosa di vivo e di vivificante, qualche cosa di santo e di santificante. È in un certo senso la consumazione stessa di Gesù Cristo per cui egli continua ad essere nella sua Chiesa il Maestro, il Sacrificatore e la Vittima, il Santificatore: Via, Verità e Vita agli uomini. La Liturgia è dunque parola di Dio, scuola di santità, sorgente di grazia” (Apostolato dell’Edizione, n. 230 p. 192).

Il Fondatore ci invita ancora: “Vivere la Liturgia”. In tal modo la Liturgia “svelerà verità profonde, meravigliose, armonie ignote, aprirà vasti orizzonti, solleverà gli animi in un’atmosfera di bellezza e di godimento spirituale, e ognuno potrà constatare ch’essa risponde ai bisogni più sentiti e alle aspirazioni più nobili del cuore umano” (Apostolato dell’Edizione, n. 229 p. 191).

 

Agenda Paolina

28 Marzo 2024

Nella Cena del Signore (bianco)
Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15

28 Marzo 2024

* SSP: 1988 Maggiorino Vigolungo viene proclamato Venerabile.

28 Marzo 2024FSP: Sr. M. Augusta Biolchini (2018) - Sr. Donata Narcisi (2019) - Sr. M. Dorotea D’Oto (2023) • PD: Sr. M. Tarcisia Spadaro (2008) - Sr. M. Emanuella Santini (2011) - Sr. M. Leonarda Pompiglio (2023) • IGS: D. Giorgio Zeppini (2018) • ISF: Michele Perillo (1996).