«Se è vero, quanto si racconta, un giorno, durante la persecuzione di Roma, S. Pietro si sentì scoraggiato e stava per uscire dalla città. Il Signore lo fermò e gli disse: Quo vadis? Pietro allora tornò indietro con coraggio [e arrivò] fino a spargere il suo sangue sul colle Vaticano» (FSP55 174). 

In questa meditazione rivolta alle Figlie di San Paolo, il beato Giacomo Alberione ha ricordato un evento conosciuto dal libro apocrifo Atti di Pietro. Si tratta di una tradizione secondo cui, durante la persecuzione dei cristiani ordinata da Nerone, Pietro decise di lasciare Roma per evitare il martirio. Mentre fuggiva, gli apparve Gesù sulla via Appia, che stava camminando verso la città. Pietro gli chiese: “Quo vadis, Domine?” e si sentì rispondere: “Vado a Roma per essere crocifisso di nuovo”. Il frutto di questo incontro fu il ritorno di Pietro a Roma, dove morì martire intorno al 64. In prossimità delle catacombe di San Callisto si trova una piccola chiesa che ricorda questo incontro tra Pietro e Gesù sulla via Appia.

La Quaresima può essere un momento in cui incontriamo Gesù e scopriamo che le nostre strade vanno in direzioni opposte. E allora? Possiamo proseguire nella nostra direzione, allontanandoci dai misteri pasquali della vita e dal compimento della volontà di Dio. Oppure possiamo tornare indietro, convertirci e riprendere il cammino del Maestro e seguirlo, accettando il mistero della croce nella nostra vita.

“Quo vadis, Domine?” – è una buona domanda perché ne provoca un'altra: Quo ego vado? Dove sto andando? Sono in cammino con Gesù, che è stato crocifisso? A volte, in buona fede, possiamo essere così presi dalla vita che, anche pieni di passione apostolica, non ci accorgiamo di un cambio di direzione, di un abbandono delle priorità, di una perdita del giusto giudizio sulla realtà. Crediamo nella correttezza delle nostre decisioni, che però possono rivelarsi sbagliate. Ci capita anche di scappare. Allora è bene incontrare Gesù e chiedergli la strada.

La nostra conversione quaresimale può essere accompagnata dalla domanda di Pietro: “Quo vadis, Domine?” che ci aiuterà a valutare correttamente il percorso del nostro cammino alla sequela di Gesù.

L'esempio di San Pietro, richiamato dal nostro Fondatore, è anche un’incoraggiamento a vivere in modo sano la propria peccaminosità; non come un argomento per condannarsi, ma come una circostanza che genera in noi il bisogno di riconoscere la nostra colpa e di accogliere la misericordia di Dio. Nella meditazione citata, don Alberione spiega: «In paradiso ci sono più peccatori che innocenti. E allora? C’è posto anche per noi. C’è stato posto per S. Paolo e c’è stato posto per S. Pietro, e non ci sarà posto anche per noi? E per di più a S. Pietro Gesù ha dato la chiave proprio per aprire [il paradiso]. Quando vede arrivare un’anima che era peccatrice, non si spaventa, non la rigetta, perché non avrebbe potuto entrare neppure lui. E allora? Allora dirà: Hai fatto come ho fatto io, se ci sto io in paradiso, ci vieni anche tu purché tu faccia come ho fatto io. Ho pianto il mio peccato, e da quel giorno con buona volontà ho servito il Signore con gran coraggio» (FSP55 173-174).

Buon cammino di Quaresima!