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Mar, Avr

Nel mese di ottobre i nostri occhi si rivolgono principalmente a Maria, la Beata Vergine del Rosario, che celebriamo il giorno 7 e, attraverso di lei, raggiungono il Figlio, il Divin Maestro a cui tutta la nostra vita aspira e verso cui tutto il nostro essere tende. In questo mese festeggiamo, però, anche il nostro primo Beato, don Timoteo Giaccardo, dapprima celebrato nel giorno della sua beatificazione, il 22 ottobre, e poi anticipato al 19 ottobre, in quanto nello stesso giorno del 22 ottobre è subentrata la memoria dell’amato papa Giovanni Paolo II, beatificato il 1° maggio 2011 e canonizzato il 27 aprile 2014.

Don Timoteo era il “fedelissimo tra i fedeli” di don Alberione, “l’ombra del Primo Maestro” – come egli stesso si definì – lo strumento docile nelle mani del Fondatore che ha contribuito, con la sua santità di vita, a costruire la bella Famiglia Paolina a cui tutti noi paolini e paoline apparteniamo. Di don Giaccardo vogliamo ricordare alcuni momenti della sua vita, soprattutto l’incontro con Don Alberione.

Riflettere sul Beato Giaccardo ci aiuta ad accrescere il nostro desiderio di Dio e di santità. Sotto la guida di don Alberione, il nostro Beato si è messo presto alla scuola di San Paolo, il grande Apostolo che ha ampliato immensamente tutti i suoi orizzonti. Scrive, infatti, egli stesso: “Non è possibile accostarsi all’Apostolo delle Genti e non allargare il cuore a tutti i bisognosi della Chiesa e non sentire viva, bruciante la fiamma del cuore di San Paolo”. Egli ha compreso che per capire San Paolo bisogna amarlo: “Il segreto per comprenderlo è uno solo: amare San Paolo; più lo si ama e più lo si capisce”. Don Timoteo si è nutrito della sua profonda dottrina: “Chi è devoto di San Paolo va alla santità per via breve, perché San Paolo lo edifica su Gesù Cristo. Chi ha trovato San Paolo ha trovato Gesù, giacché il cuore di San Paolo è il cuore di Cristo”.

Don Timoteo sente la vocazione al sacerdozio fin da giovanissimo: «Già fin dall’età di sette anni – racconta il padre – il piccolo Giuseppe sovente ci diceva: “Voglio farmi prete per andare a predicare”. Qualche volta a queste parole ci cadevano le lacrime dagli occhi vedendo e pensando alle cattive nostre finanze che non permettevano di assecondare il suo desiderio. Ma egli, sempre fermo nelle sue idee diceva: “La Madonna e Gesù mi aiuteranno”». A otto anni si recava ogni mattina in chiesa per servire la Messa e comunicarsi, e vi era fedele anche nel più rigido periodo invernale. “In una mattinata nevosa – scrive don Lamera in una biografia sul Beato – tentò di andare ugualmente fino alla chiesa, sfuggendo alla vigilanza dei genitori, cosicché il babbo dovette andare a rintracciarlo. Lo trovò aggrappato ad una siepe, incapace di proseguire, e se lo caricò sulle spalle per riportarlo a casa”.

Don Alberione incontrò il piccolo Giuseppe per la prima volta a Narzole (CN) quando, novello sacerdote nel 1908, fu inviato ad aiutare il parroco che era ammalato. Don Alberione notò subito, tra i fanciulli che frequentavano la chiesa, il piccolo Pinotu (termine familiare piemontese che significa “Giuseppe”) “per la sua pietà – scrive il Fondatore stesso – per la sua serietà quasi superiore all’età, per il suo amore allo studio…mi facevano impressione le sue domande e risposte assennate”.

Una volta Alberione chiese ai ragazzi se non ci fosse qualcuno che volesse farsi prete e Giuseppe subito espresse il suo desiderio: “Io mi farei prete, ma… ci vogliono dei denari per farsi prete… mio padre non può farmi studiare”. Alberione prese allora contatti con la famiglia e, vinti i timori del padre che acconsentì a donare al Signore il suo primogenito, si diede da fare per trovare chi lo aiutasse a far entrare Pinotu in seminario.

Gli studi di filosofia e teologia arricchirono enormemente la mente e il cuore del giovane seminarista. Don Alberione, intanto, portava dentro di sé la luce che lo aveva illuminato nella famosa notte di adorazione del 31 dicembre 1900. Egli aveva sentito in modo profondo i mali che minacciavano la Chiesa e il mondo, il bisogno di far penetrare il Vangelo nelle masse scristianizzate dalla stampa; bisognava con lo stesso mezzo cristianizzarle, diffondendo la Bibbia, la Parola di Dio.

In seminario il nostro Giuseppe ebbe don Alberione sia come insegnante sia come direttore spirituale e pian piano ne assorbì lo spirito, i desideri, la vocazione speciale verso la quale il Signore lo stava chiamando. E così, poco dopo l’inizio della fondazione della Società San Paolo (1914), il giovane Giaccardo si unì alla piccola famiglia di Don Alberione.

 

Agenda Paolina

16 avril 2024

Feria (bianco)
At 7,51–8,1a; Sal 30; Gv 6,30-35

16 avril 2024

* Nessun evento particolare.

16 avril 2024SSP: Fr. Ignazio Rossi (1934) - D. Paolo Marcellino (1978) - D. Pietro Borrano (1993) • FSP: Sr. Caterina Carbone (1970) - Sr. Caterina Di Francesco (1994) - Sr. M. Rosa Tilli (2000) - Sr. Anne Mattapallil (2002) - Sr. M. Ermelinda Malaculeo (2016) - Sr. M. Domizia Donniacuo (2019) - Sr. M. Gianfranca Consiglio (2020) - Sr. M. Vicentina Lopes (2020) • PD: Sr. M. Vincenzina Vassallo (1981) • IGS: D. Ottavio Casuscelli (1981) - Mons. Giuseppe Franciolini (1989) • ISF: Maria de Jesús Moreno (2010).