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Jue, Mar

Il titolo di questa riflessione merita una spiegazione per capire di cosa stiamo parlando. In generale assistiamo ad uno tsunami di parole, di documenti, di seminari su temi i più svariati, che poi difficilmente trovano riscontro e incidono nel cambiare lo stile e la nostra realtà quotidiana.

Altra costatazione, ma questa volta a livello personale, è quella che in tutti questi anni del mio servizio nel Governo generale della Congregazione, per affrontare situazioni e problematiche inerenti le responsabilità affidatemi, sono andato a rileggermi ciò che i governi generali precedenti avevano scritto e deciso a riguardo. La scoperta fatta, non nuova, è stata che alcune problematiche che viviamo oggi erano già presenti allora ed erano state date indicazioni per la loro soluzione. Solo che tali indicazioni non hanno trovato una concreta e reale applicazione, così che le stesse problematiche ce le troviamo ancora oggi sui nostri tavoli di consiglio.

Un’ultima considerazione riguarda la celebrazione del prossimo Capitolo generale, ormai alle porte. Data la sua importanza, in questo periodo storico della nostra Congregazione e dell’umanità, nel quale viviamo l’urgenza della ricerca di modelli nuovi e significativi in questo passaggio d’epoca, si dovrebbe evitare di ridurre l’esito del Capitolo alla produzione di un altro documento finale da aggiungere ai precedenti, senza dare “sostanza” alle sollecitazioni e ai cambiamenti in fermento nell’umanità di oggi.

Mi ha sollecitato a questa riflessione una frase di Papa Francesco, pronunciata nell’Angelus del 2 settembre 2018: “il Signore ci invita a fuggire il pericolo di dare più importanza alla forma che alla sostanza”. La forma è sostanza, la riveste, la manifesta, la comunica, la porta, la esprime, a se stessi e agli altri. Per calare questo tema nella nostra realtà, ci sarebbe da aggiungere una specificazione al termine sostanza: non una sostanza generica o qualsiasi ma una sostanza Paolina, una sostanza che chiamerei “radioattiva”, tale da “contaminare” il vissuto e dare senso e significato alla forma che la esprime e la riveste.

Quando separiamo la forma dalla sostanza, teniamo presente l’ammonimento di Gesù: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21).

Nell’intento di avviare un confronto, propongo tre piste per iniziare un processo che ci aiuti a “unire sostanza Paolina alla forma”.

  • Recuperare la “passione” per qualcosa o Qualcuno. Ci diceva Papa Francesco nell’udienza alla Famiglia Paolina del 25 novembre scorso: “Ed è proprio la passione per il Vangelo. Passione per il Vangelo, sottolineo questo. Perché il Vangelo senza passione non si può vivere. Il Vangelo di sole parole non va: il Vangelo ti viene dal cuore, la passione… È proprio la passione per il Vangelo a brillare nelle sue innumerevoli iniziative apostoliche,Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro” (1 Cor 9,23).
  • “La personalizzazione della Parola” (EG 149-151). “Chiunque voglia predicare, prima dev’essere disposto a lasciarsi commuovere dalla Parola e a farla diventare carne nella sua esistenza concreta … “comunicare agli altri ciò che uno ha contemplato”[1] … prima di preparare concretamente quello che uno dirà …, deve accettare di essere ferito per primo da quella Parola che ferirà gli altri, perché è una Parola viva ed efficace. … la gente reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio che essi conoscano e che sia a loro familiare, come se vedessero l’Invisibile”.[2] [3]
  • Avviare la sinodalità come sistema, come dimensione costitutiva della Chiesa, della Congregazione.[4] Tra i tanti aspetti che implica la sinodalità, nella visione del tema che stiamo trattando, va evidenziata la dimensione del confronto con tutti (= l’essere in uscita), e la dimensione della lettura teologica dei segni dei tempi, ciò che Dio ci sta dicendo oggi nel vissuto delle vicende umane e ciò che vuole da noi.
  • Non avere come obiettivo il raggiungimento di risultati immediati, ma “privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci”.[5] Uno è chi semina, un altro è chi raccoglie, tenendo conto che il bello della nostra vita è questo movimento continuo verso l’alto, verso la perfezione che ci proietta nell’eternità. Il principio che “il tempo è superiore allo spazio” enunciato da Papa Francesco in Evangelii Gaudium, “permette di lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati”.[6] D’altra parte “l’ossessione dei risultati immediati” su cui valutare e basare il nostro impegno e la validità dei nostri progetti, rischia di chiudere e limitare ad un orizzonte calcolato sul proprio “io” le potenzialità e la vitalità generata dalla Parola.

“Non ci viene chiesto di essere immacolati, ma piuttosto che siamo sempre in crescita, che viviamo il desiderio profondo di progredire nella via del Vangelo”[7]

 

Roma, 13 febbraio 2022                                                                             

Don Vito Fracchiolla

 

[1] San Tommaso d’Aquini, Summa Theologiae, II-II, q. 188, art. 6.

[2] Paolo VI, Esort. Ap. Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975), 76: AAS 68 (1976), 68.

[3] Evangelii Gaudium, 150.

[4] Papa Francesco: Commemorazione del 50° anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015

[5] Evangelii Gaudium, 222.

[6] Evangelii Gaudium, 223.

[7] Evangelii Gaudium, 151.

Agenda Paolina

28 Marzo 2024

Nella Cena del Signore (bianco)
Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15

28 Marzo 2024

* SSP: 1988 Maggiorino Vigolungo viene proclamato Venerabile.

28 Marzo 2024FSP: Sr. M. Augusta Biolchini (2018) - Sr. Donata Narcisi (2019) - Sr. M. Dorotea D’Oto (2023) • PD: Sr. M. Tarcisia Spadaro (2008) - Sr. M. Emanuella Santini (2011) - Sr. M. Leonarda Pompiglio (2023) • IGS: D. Giorgio Zeppini (2018) • ISF: Michele Perillo (1996).