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Thu, Mar

Sullo sfondo delle parole di Paolo ai credenti di Roma («Vi esorto dunque fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio…»; Rm 12,1), la Società San Paolo e, con essa, l'intera Famiglia Paolina, ha accolto, per sempre, il dono che il Signore le ha fatto nella persona di Giuseppe Lacerenza.

I mesi trascorsi tra quella che doveva essere la data originaria della Professione Perpetua (14 marzo) e la data effettiva (5 settembre) hanno tessuto per Giuseppe un insieme di occasioni di servizio e di riflessione che gli hanno permesso di vivere con particolare intensità il Rito nella Cripta della basilica Regina Apostolorum di Roma.

Don Valdir, nella sua omelia, partendo dall'immagine giovannea della vite e dei tralci, ha evidenziato nella vita in Cristo la sorgente di un'esistenza feconda sul piano personale, relazionale e apostolico, additando indirettamente un vero e proprio "vaccino" contro il "virus del ripiegamento su di sé" che intristisce la vita e inaridisce i rapporti. Rivolgendosi poi ai genitori li ha ringraziati per l'amore trasmesso a Giuseppe, ricordando loro che ora fanno parte anch'essi, a pieno titolo, di una Famiglia particolare, quella che Giuseppe ha abbracciato "in perpetuo": la Famiglia Paolina!

La celebrazione, grazie alla trasmissione in streaming, ha permesso a molti fratelli e sorelle in Italia e nel mondo, di unirsi a Giuseppe in un unico abbraccio. Chi era presente ha respirato lo spirito di Famiglia: affiorava luminoso dai rappresentanti dei vari istituti, dal coro diretto dall'apostolina sr. Tosca Ferrante che ne raccoglieva le voci più giovani; dai familiari con l'intero stuolo di nipoti pieni di dinamismo, dai concittadini barlettani ben rappresentati dal parroco don Giuseppe Tupputi; dagli amici di sempre e dai confratelli venuti da lontano.

Suggeriamo con semplicità a chi non era presente di riascoltare le parole del ringraziamento finale con le quali Giuseppe ha voluto condividere alcuni doni di Dio particolarmente significativi e incisivi per il suo percorso. Una testimonianza limpida e toccante di come Dio passa, chiama, accompagna, illumina (cfr. video).

Il nostro augurio non può non attingere nuovamente alle parole di Paolo che sono risuonate durante la Celebrazione: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2).

 

 

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