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Ven, Mar

Celebriamo la solennità dell’Annunciazione e in essa contempliamo il grande “sì” di Maria, che ha reso possibile l’entrata nella storia umana del Figlio di Dio e la realizzazione del Progetto amorevole di Dio, per salvare l’uomo attraverso la passione, morte e risurrezione del suo Figlio.

In Maria, la coscienza e la consapevolezza di ciò che questo “sì” comportava, sono cresciute e si sono sviluppate attraverso la partecipazione alle vicende della vita terrena di suo Figlio, orientate alla realizzazione “delle cose del Padre suo”.

Per questo, il “sì” di Maria non rimane confinato solo al momento della visita dell’Angelo Gabriele, ma si ripresenta costantemente nella sua vita: al momento della nascita di Gesù: “Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose meditandole in cuor suo” (Lc, 219), al ritrovamento di Gesù fra i dottori: “Figlio perché hai fatto questo? Ecco tuo padre e io, addolorati, ti cercavamo!” (Lc 2,48); alle nozze di Cana: “Che vuoi da me, o donna? Non è ancora venuta la mia ora” (Gv 2,4); quando sua madre e i suoi fratelli lo vanno a trovare: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?” (Mc3,33); fino alla morte in croce: “Vicino alla croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria Maddalena” (Gv 19, 25).

Il “sì” di Maria, quindi, non è la disponibilità di un momento, ma è un modo di essere, un modo costante di vivere, realizzato nel contatto e nell’ascolto permanente della Parola di Dio da una parte, e nella lettura, sofferta, dolorosa e umanamente non comprensibile, degli eventi della sua vita unita a Gesù. In tali eventi che Maria “conservava e custodiva nel suo cuore” si snodava la sua “passione” per vedere e scoprire in essi l’attuazione e la realizzazione del progetto di Dio al quale ella aveva dato la sua disponibilità iniziale e che richiedevano di “aggiornare” e riaffermare il suo “sì” di volta in volta. Non è stato facile per Maria ragionare con Gesù. Non è stato semplice per Maria capire i gesti, le scelte e le parole di Gesù. Ciò nonostante “benedetta colei che ha creduto al compimento di ciò che le è stato detto dal Signore” (Lc 1,45).

Questo quadro evidenziato rivisitando la vita di Maria, diventa il quadro di riferimento di ogni cristiano, ma soprattutto dei membri dell’Istituto Maria Ss. Annunziata. Le Annunziatine, infatti, dopo aver risposto ad una chiamata: “eccomi”, si sono “consacrate” totalmente a Colui che le ha chiamate: “si faccia di me come hai detto tu”, e diventano testimoni, nella secolarità, della presenza del Cristo risorto che guida la storia di ogni uomo e di tutta l’umanità attraverso l’apostolato: “fate quello che egli vi dirà”. Nonostante la presenza del o dei “coronavirus” presenti nell’umanità di oggi, la presenza dell’Istituto delle Annunziatine, nella realtà sociale, deve aiutare a dare una visione e una lettura cristiana agli eventi che la cronaca quotidiana pone sotto i nostri occhi. Il farsi carico di tale missione vuol dire dare speranza all’uomo di oggi, vuol dire dare un contributo, dall’interno delle realtà umane, alla costruzione di una casa comune vivibile e pienamente umana.

Ma la missione delle Annunziatine non si esaurisce in questo. Esse hanno un compito anche nei confronti della Famiglia Paolina e, soprattutto, verso la Società San Paolo. Loro compito è quello di trasferire all’interno della Famiglia Paolina, le attese, le domande dell’umanità di oggi perché insieme, come Famiglia Paolina, possiamo rispondere a queste domande ed evitare di dare risposte a domande che nessuno si fa.

Per fare questo ci vuole una conoscenza, accettazione e stima reciproca e la coscienza dei propri ruoli e responsabilità. E’ un cammino da costruire, ma non ci sono alternative se vogliamo guardare con fiducia il futuro della Società San Paolo e della Famiglia Paolina tutta. Il laicato va valorizzato e noi che ne abbiamo la possibilità non dobbiamo perderla.

In questo senso, l’incontro degli Istituti Aggregati svolto a Roma dal 25 al 27 Febbraio scorso per il gruppo Europa-Congo, per celebrare i 60 anni di approvazione pontificia dei nostri Istituti, è stato un buon inizio. Ci auguriamo di poter svolgere anche gli altri incontri programmati, quello per l’America Latina e quello per i Membri di lingua inglese, che, per ora, sono stati sospesi in considerazione della grave situazione che oggi si vive in tutto il mondo.

Affidiamo a Maria il cammino e il futuro dei nostri Istituti Aggregati ma anche la grave situazione che oggi vive l’umanità.

 

* Don Vito Fracchiolla, Vicario generale, è il Delegato generale per gli Istituti Aggregati e i Cooperatori Paolini

Agenda Paolina

29 Marzo 2024

Passione del Signore (viola)
Astinenza e digiuno
Is 52,13–53,12; Sal 30; Eb 4,14-16; 5,7-9; Gv 18,1–19,42

29 Marzo 2024

* SSP: 1947 a Santiago de Chile (Cile).

29 Marzo 2024SSP: D. Felipe Gutiérrez (2004) - Fr. Natale Luigi Corso (2014) • FSP: Sr. Teresa Bianco (1995) - Sr. Guglielmina Oliboni (1995) - Sr. Mansueta Chiesa (2005) - Sr. Lucia Migliore (2007) - Sr. Carla (Clelia) Ferrari (2012) - Sr. Mary Bernadette Fitzgerald (2020) - Sr. Maria Carmen Conti (2020) • PD: Sr. M. Cornelia De Toffoli (1996) - Sr. M. Veritas Montecchio (2017) • IGS: D. Michele Sarullo (1993) • IMSA: Giuseppina Sanfilippo (2009) - Rosetta Budelacci (2022) • ISF: Egidio Pitzus (1997) - Giovanni Sticca (1997) - Antonietta Turco (1997) - Isabel Sabugo (2002) - Giovanni Italiano (2011).