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Mar, Mar

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SIGLE BIBLIOGRAFICHE

usate nelle citazioni dei pensieri

AD    =   Abundantes divitiae gratiae suae: testo di don G. Alberione (1953). Edizione e note illustrative in Opera Omnia, Roma 1998.

AE     =   L’Apostolato dell’Edizione: manuale direttivo di formazione e di apostolato. Lezioni tenute da don G. Alberione e riprese dalle alunne Figlie di San Paolo. Edizione e note illustrative in Opera Omnia, Roma 2000.

APD  =   Alle Pie Discepole del Divin Maestro, vol. I-XIV, Roma.

AP     =   L’Apostolo Paolo modello di vita spirituale, Società San Paolo, Roma 1972

APim =   L’Apostolo Paolo ispiratore e modello: annotazioni personali di don G. Alberione. Edizione e note illu­strative in Opera Omnia, Roma 2008.

ATP   =   Appunti di Teologia Pastorale: testo di don G. Albe­rione, pubblicato in prima edizione (fotostatica) nel 1912 e successivamente rimaneggiato. Edizione e no­te illustrative in Opera Omnia, Roma 2002.

BM2  =   Brevi meditazioni per ogni giorno dell’anno, di don G. Alberione, volume II, Alba 1948.

CISP  =   Carissimi in San Paolo: lettere, articoli, opuscoli, scritti inediti di don G. Alberione dal 1933 al 1969, a cura di Rosario Esposito ssp, EP, Roma 1971.

CS     =   Catechismo sociale, Elementi di sociologia cristia­na. Edizione e note illustrative in Opera Omnia, Roma 1985.

DA    =   La Donna associata allo zelo sacerdotale: per il clero e per la donna. Edizione e note illustrative in Opera Omnia, Roma 2001.

DF     =   Donec formetur Christus in vobis, Appunti di meditazioni ed istruzioni del Primo Maestro, Società San Paolo, Roma 1985.

ECM  =   Eco di Casa Madre, bollettino d’informazioni e di direttive.

EMC  =   Esercizi e meditazioni del Primo Maestro e Conferenze della Prima Maestra nelle case d’America, Figlie di San Paolo, Derby, NY 1952.

ER     =   Esercizi e Ritiri: meditazioni di don G. Alberione, vol. I, Figlie di San Paolo, Alba 1935.

FP     =   Alle Famiglie Paoline: raccolta di cinque articoli di don G. Alberione: Formazione umana. Formazione sociale, Il lavoro, La Provvidenza, «Portate Dio nel vostro corpo»; EP, Roma 1954.

FSP   =   Fedeltà allo spirito paolino: meditazioni, EP, Roma 1965.

HM   =   Haec meditare: raccolta di meditazioni in vari vo­lumi, Figlie di San Paolo, Alba-Roma 1939.

IA      =   Ipsum audite: serie di opuscoli contenenti esercizi spirituali, ritiri, meditazioni tenute da don G. Albe­rione alle Pie Discepole del Divin Maestro, Alba-Roma.

LMT  =   Lettere a Maestra Tecla Merlo, Figlie di San Paolo, Roma 1987.

OO    =   Oportet orare, vol. 1-2, Figlie di San Paolo, Alba-Roma 1940.

Pr      =   Predicazione: ampia raccolta dattiloscritta conte­nente soprattutto meditazioni e prediche di don G. Alberione, messa insieme dalle Figlie di San Paolo, a Grottaferrata, in vista del capitolo generale specia­le 1969-71. La raccolta è ordinata per argomenti, dei quali con diverse sigle citiamo: A (apostolato) - D (diffusione, propaganda) - E (esame di coscienza) - PB (pietà biblica) - PR (pratiche religiose, sot­todivisa in più fascicoli) - VR (vita religiosa, sot­todivisa in a: parte ascetica, e g: generale).

              Nota. - Il riferimento alle pagine riguardanti questa raccolta o repertorio sistematico è alquanto approssi­mativo perché ci sono stati diversi cambiamenti col pas­sare da un supporto (fogli) ad un altro (quadernetti) o al digitale. Inoltre in alcuni casi (nn. 149, 253, 276 e 341) non si è riusciti a risalire alla fonte originale e perciò si rimanda a passi in certo modo di contenuto equivalente; detti nn. vanno segnalati con un asterisco (*).

RSP   =   Per un rinnovamento spirituale, Predicazione alle comunità paoline di Roma 1952-1954. Edizione e note illustrative in Opera Omnia, Roma 2006.

SCS    =   Strumenti della comunicazione sociale: serie di conferenze su questo tema. EP, Roma 1964.

SdC   =   Spiegazione delle Costituzioni: istruzioni tenute da don G. Alberione durante gli esercizi straordinari delle Figlie di S.P. (Ariccia, 1961), Figlie di San Paolo, Roma 1962.

SdM  =   Santificazione della mente: raccolta di articoli formativi di don G. Alberione, EP, Roma 1956 (uso manoscritto).

SE      =   Ss. Spirituali Esercizi, Istruzioni alle Maestre [ottobre 1936], vol. 2, Figlie di San Paolo, Roma – Alba 1937.

SP     =   San Paolo, Bollettino interno della Società San Paolo.

SPa    =   Spiritualita paolina, Devozioni della prima settimana del mese, Figlie di San Paolo, Roma 1962.

UPS   =   Ut Perfectus sit Homo Dei: raccolta delle istruzioni normative di don G. Alberione durante il corso di Esercizi spirituali di un mese (aprile 1960). Pubbli­cata in 4 volumi, ora (senza le meditazioni tenute da altri sacerdoti paolini) concentrati in unico volume: Edizione e note illustrative in Opera Omnia, Roma 1998.

V       =   Vademecum, Selezione di brani sulle linee qualificanti del suo carisma, a cura di Angelo Colacrai, EP, Roma 1992.

VCG  =   Viviamo in Cristo Gesù: due corsi di Esercizi (Si vis perfectus esse, 1933; e Mihi vivere Christus est, 1938). Edizione e note illustrative in Opera Omnia, Roma 2008.

 

 

 

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Dobbiamo: Leggerlo come modello di scienza altissima che trascende i secoli, i luoghi, le questioni; e come modello d'Apostolato Stampa; pregarlo particolarmente colla coroncina, con le solite invocazioni della casa; imitarlo, nello spirito che ci vien descritto da san Giovanni Crisostomo.

[1932: DF 149]

 

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Vi sono delle persone che hanno idee piccole e cuori ristretti, ma non dovete essere così voi che siete Figlie di san Paolo. Egli aveva una gran testa ed un cuore largo, comprensivo.

[1932: HM II (4), 178]

 

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Perché San Paolo è così grande? Perché compì tante opere meravigliose? Perché anno per anno la sua dottrina, il suo apostolato, la sua missione nella Chiesa di Gesù Cristo vengono sempre più conosciuti, ammirati e celebrati? Egli è uno di quei santi che giorno per giorno ringiovaniscono e dominano e conquistano: perché? Il perché va ricercato nel la sua vita interiore. È qui il segreto. I palloni pieni di aria, gonfi, in un giorno svaniscono, si vuotano, ma quando vi è la ricchezza, quando vi è la vera dottrina, quando vi sono i veri meriti, quando vi è la vera vita interiore, si diventa germe. La pianta rimane qualche tempo nascosta perché tutto è chiuso in un embrione, messa sotto terra. Ma quando l’embrione si sviluppa, il germe si manifesta prima in una pianticella, poi in un arboscello, quindi in una grande magnifica pianta [cf Mt 13,32]. Ebbene l’Apostolo Paolo era di grande vita interiore.

[1933: PrD, 261]

 

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Tutto il segreto della grandezza di San Paolo è nella vita in­teriore. Egli, possiamo dire, ha vinto dall’interno: dal suo gran­de spirito di povertà, dallo studio, dalla scienza profondissima, dall’amore a Gesù Cristo, dallo spirito di mortificazione. Invano noi chiediamo a S. Paolo delle grazie che ci rendano eroi davan­ti agli uomini [cf 1Cor 4,3]. Bisogna che chiediamo in primo luogo le grazie che ci rendono cari a Dio e poi, in secondo luo­go, le grazie che ci rendono apostoli in mezzo al mondo.

I figli devono rassomigliare al padre. Tutti gli amici di S. Paolo devono guardare a lui e conoscere il suo spirito. Quan­to più si leggono e si penetrano le Epistole di S. Paolo e la sua vita, tanto più si ama e si entra nella vera via della santità e nel vero spirito dell’apostolato.

[1933: PrD, 262-263]

 

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Tutte le anime che presero gusto nel leggere San Paolo, divennero anime robuste.          

[1935: ER, 148]

 

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Chi legge San Paolo, chi si familiarizza con lui, viene ad acquistare, poco per volta, uno spirito simile al suo. La sola lettura degli scritti paolini ottiene la grazia di divenire vere paoline. [415] Anche se non comprendiamo le lettere di san Paolo, leggiamole ugualmente. Il bambino non comprende ciò che gli fa dire la mamma, eppure ripete le parole con lei. Capiva qualcosa quando lo portarono al fonte battesimale? Eppure il sacramento produsse ugualmente i suoi frutti. [416]

[1935: Spa, 415, 416]

 

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La dottrina di san Paolo può compendiarsi in questi tre punti: Gesù è il Salvatore del mondo; ci ha redenti col Sangue suo; tutti i fedeli formano con Lui un solo Corpo Mistico. Egli predica Gesù e Gesù Crocifisso come centro e base della sua ferrea dottrina fatta di amore forte, robusto.

[1936: SE, 200]

 

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Preoccupazione e vigilanza sarà da usarsi perché l’apostolato si mantenga in quella elevatezza pastorale che è nelle lettere di San Paolo. L’amore a Gesù Cristo e alle ani­me ci farà distinguere e ben separare ciò che è apostolato da ciò che è industria e commercio. Il criterio massimo per giu­dicare le cose è sempre lo spirito, sebbene vi siano quattro parti: la morale, l’intellettuale, l’apostolato, la povertà. Gran­de programma è quello del Tabernacolo: «Di qui io voglio illuminare – Non temete, io sono con voi – Abbiate il dolore dei peccati». La Congregazione è ad un terzo della sua ma­nifestazione.

[1936: CISP, 59]

 

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Chi avvicina san Paolo a poco a poco si trasforma, impara a vivere come lui, a pregare come lui. Chi ama san Paolo dilata presto il suo cuore, diventa generoso, largo nelle sue vedute.

[1940: OO (2), 362]

 

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Ci sarà chi approverà e chi non approverà, ma voi sapete che il vostro apostolato piace a Dio, vi rende utili alla Chie­sa; sapete che a questo ci ha chiamato Dio, e quindi andate avanti con coraggio pensando che: «Chi avrà operato e inse­gnato, questi sarà chiamato grande nel regno dei Cieli» [Mt 5,19].

Tenete anche presente l’esempio di S. Paolo che ha tanto lavorato, tanto sofferto nell’esercizio del suo apostolato [cf 2Cor 11,23-29], senza mai stancarsi, finché poté dire; «Ho compiuto il mio corso» [2Tm 4,8]. Anche voi, se esercitate con fede e con zelo l’apostolato, alla fine della vostra vita potrete poi dire: «Ho compiuto il nobile apostolato che m’era stato affidato: ora aspetto il premio» [Ib].

[1941: HM II (1), 83]

 

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San Paolo si convertì nella mente: cambiò completamente le idee. Anche noi per convertirci nella mente dobbiamo cambiare le idee. E' necessario abbracciare le massime del Vangelo di oggi.

[1946: EMC, 75]

 

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Nelle librerie internazionali teniamo presente: che cosa direbbe al mondo S. Paolo, se venisse oggi? che cosa in par­ticolare direbbe alla nazione in cui sta questa libreria? Procu­rerebbe ed offrirebbe prima al Clero, e poi al popolo, il me­glio delle edizioni della nazione e di tutto il mondo.

Ogni libraio si proponga di farsi santo: facendo a tutti la predica del buon esempio; pregando ogni giorno nelle Visite, Comunioni, Messe, Rosari, per attirare tutti e diffondere [la Verità] ad ogni classe sociale; sia molto devoto di S. Paolo; ogni sera faccia l’esame di coscienza ed abbia un punto spe­ciale: come compio il mio ufficio di librerista?

[1946: CISP, 128]

 

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San Paolo concepiva le sue lettere e le dettava, riservandosi di sottoscriverle; buoni cristiani le moltiplicavano, copiandole; buoni cristiani le diffondevano. Egli esercitò il vero apostolato delle edizioni.

[1951: CISP, 809]

 

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Le sue Lettere vi rendono illuminate, forti. San Paolo deve provvedere, perché non sbagliamo strada; deve provvedere per il vostro spirito paolino. San Paolo è il modello dell'apostolo.

[1952? EMC, 276]

 

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Che [le Figlie di San Paolo] conoscano, imitino, preghino san Paolo, e lo seguano nell'apostolato secondo lo spirito e la fedeltà di Santa Tecla.

[1952: LMT, 121]

 

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La coroncina a san Paolo fu composta nei primi anni dell'Istituto [Società San Paolo], quando le vocazioni erano ancora pochissime. Fu preparata con l'intento di ottenere vocazioni e si mostrò efficacissima. Negli anni seguenti vi fu un tale numero di domande per l'ammissione che fece meravigliare. E ancora adesso qualcuno dei primi Sacerdoti che assistette a quel fatto si domanda incerto: "come si spiega il fenomeno avvenuto negli anni 1923-24?" Con la coroncina a san Paolo.

[1952: Spa, 372]

 

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Molte volte san Paolo è considerato soltanto nella sua grande attività apostolica; ma questa partiva dal cuore, dal suo grande amore a Gesù Cristo, al Vangelo, alle anime. Si comprende allora come abbia potuto farsi "tutto a tutti"; come abbia vissuto il grido: "charitas Christi urget nos"; come abbia sentito in sé i bisogni e le gioie di tutti. Il limite del suo zelo fu soltanto il limite delle sue forze e della sua vita. Quando gli vennero meno le forze e la sua esistenza stava per chiudersi, offerse ancora la vita per la salvezza del mondo e compì il più grande apostolato, quello della sofferenza e del martirio. Amiano noi le anime? Comprendiamo la missione paolina?

[1952: Spa, 375]

 

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San Paolo è il discepolo che conosce il Maestro Divino nella sua pienezza: egli lo vive in tutto, ne scandaglia i pro­fondi misteri della dottrina [cf Ef 3,18], del cuore, della san­tità, della umanità e divinità; lo vede dottore, ostia, sacerdo­te; ci presenta il Cristo totale come già si era definito: Via Verità e Vita.

[1953: AD 159]

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Vi ho già detto che S. Paolo ha scritto 14 lettere, e in 12 se la prende con i chiacchieroni, perché i chiacchieroni tolgono la pace.

Allora non parlare? Parlare, ma in bene, a tempo e dovere.

Potete farvi sante, molto sante! buona volontà, nessuna agitazione, silenziosità amorosa e operosa.

[1953: IA (4), 110]

 

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La Famiglia Paolina è suscitata da San Paolo per conti­nuare la sua opera: è S. Paolo, vivo, ma che oggi è composto da tanti membri. Non abbiamo eletto noi S. Paolo: è lui che ha eletto e chiamato noi. Vuole che facciamo quello che egli fa­rebbe se oggi vivesse. Se vivesse, che cosa farebbe? Adem­pirebbe i due grandi precetti come ha saputo adempierli: ama­re Iddio con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la mente [cf Mt 22,37-40]; e amare il prossimo senza nulla risparmiarsi, perché egli ha vissuto Cristo: «Vive in me il Cristo» [Gal 2,20].

Egli adopererebbe i più alti pulpiti eretti dal progresso o­dierno: stampa, cinema, radio, televisione; i più grandi ritro­vati della dottrina d’amore e di salvezza: il Vangelo di Gesù Cristo. San Paolo si è fatto per noi come la «forma» [cf 1Ts 1,7; Fil 3,17; 2Ts 3,9].         

[1954: PrD, 293]

 

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Ogni Sacerdote che legga con spirito di fede gli Atti degli Apostoli, la vita di San Paolo e le sue lettere, vedrà orizzonti e vie nuove per il suo ministero e per la sua santificazione. L'incontro familiare di un Parroco con il Dottore delle nazioni produce una specie di incanto, fatto di ammirazione e di ardore per imitarlo. San Paolo è sempre attuale.

[1954: AP, 7]

 

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Conoscere, meditare san Paolo nella vita, opere, lettere; onde pensare, ragionare, parlare, operare secondo lui; e invocare la sua paterna assistenza.

[1954-1955: SdM, 58]

 

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La riconoscenza più viva va a Gesù Maestro Divino, nel suo Sacramento di luce e di amore; alla Regina Apostolorum Madre nostra e di ogni apostolato; a San Paolo Apostolo, che è il vero Fondatore dell'Istituzione. Infatti egli ne è il padre, maestro, esemplare, protettore. Egli si è fatta questa Famiglia con un intervento così fisico e spirituale che neppure ora, a rifletterci, si può intendere bene; e tanto meno spiegare. Tutto è suo: di lui, il più completo interprete del Maestro Divino, che applicò il Vangelo alle nazioni e chiamò le nazioni a Cristo; di lui, la cui presenza nella teologia, nella morale, nell'organizzazione della Chiesa, nelle adattabilità dell'apostolato e dei suoi mezzi ai tempi è vivissima e sostanziale; e rimarrà tale sino alla fine dei secoli. Tutto mosse, tutto illuminò, tutto nutrì; egli fu la guida, l'economo, la difesa, il sostegno, ovunque la Famiglia Paolina si è stabilita. Meritava la prima Chiesa e la bella gloria che lo riproduce nel suo apostolato e nella sua paternità rispetto ai paolini.

[1954: CISP, 147]

 

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Corrisponde al secondo fine della Famiglia Paolina: predicazione della dottrina dogmatica, morale, liturgica di Gesù Cristo e della Chiesa con i mezzi moderni più celeri ed efficaci. Essa si propone di rappresentare e vivere san Paolo, oggi, pensando, zelando, pregando e santificandosi come farebbe San Paolo, se, oggi, vivesse. Egli visse i due precetti dell'amore verso Dio e verso il prossimo in una maniera così perfetta da mostrare in sé il Cristo stesso: "vivit vero in me Christus". [...] Se san Paolo vivesse, continuerebbe ad ardere di quella duplice fiamma, di un medesimo incendio, lo zelo per Dio ed il suo Cristo, e per gli uomini d'ogni paese. E per farsi sentire salirebbe sui pulpiti più elevati e moltiplicherebbe la sua parola con i mezzi del progresso attuale: stampa, cine, radio, televisione. Non sarebbe, la sua dottrina, fredda ed astratta. Quando egli arrivava, non compariva per una conferenza occasionale: ma si fermava e formava: ottenere il consenso dell'intelletto, persuadere, convertire, unire a Cristo, avviare ad una vita pienamente cristiana. Non partiva che quando vi era la morale certezza della perseveranza dei suoi. Lasciava dei presbiteri a continuare la sua opera; vi ritornava spesso con la parola e con lo scritto; voleva notizie, stava con loro in spirito, pregava per essi.

[1954: CISP, 1151-1152]

 

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Acquistare un cuore largo, un cuore apostolico, il cuore di san Paolo. A quante Nazioni egli arrivò! E dove non arrivò con la sua presenza fisica, arrivò col suo cuore, con la sua preghiera, con la sua parola. La sua parola illumina ancora oggi tutta la teologia, illumina tutta la morale e l'ascetica e illumina tutta la Chiesa. L'organizzazione della Chiesa riflette ancora la sua organizzazione delle Chiese nelle varie Nazioni.

[1954: Pr 5, 161]

 

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Mi protendo in avanti] Il libro "Mi protendo in avanti" non è stato stampato per fare una mostra; è piuttosto per farci meditare la bontà di Dio e per farci ricordare i principi su cui si fonda ogni Famiglia. Farci ricordare i principi e cioè: a) la pietà, b) la fiducia in Dio, c) un'operosità che si impara leggendo la vita di san Paolo.

 [1954: Pr 5, 162]

 

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La riconoscenza più viva va a San Paolo Apostolo, che è il vero Fondatore dell’Istituzione. Infatti egli ne è il padre, maestro, esemplare, protettore. Egli si è fatta questa famiglia con un intervento così fisico e spirituale che neppure ora, a rifletterci, si può intendere bene; e tanto meno spiegare.

Tutto è suo; di lui, il più completo interprete del Maestro Divino, che applicò il Vangelo alle nazioni e chiamò le na­zioni [cf Rm 1,14] a Cristo; di lui, la cui presenza nella teo­logia, nella morale, nell’organizzazione della Chiesa, nelle adattabilità dell’apostolato [cf 1Cor 9,20-23] e dei suoi mezzi ai tempi è vivissima e sostanziale; e rimarrà tale sino alla fine dei secoli. Tutto mosse, tutto illuminò, tutto nutrì; egli fu la guida, l’economo, la difesa, il sostegno, ovunque la Famiglia Paolina si è stabilita. Meritava la prima chiesa e la bella glo­ria che lo riproduce nel suo apostolato e nella sua paternità rispetto ai paolini.

[1954: CISP, 147]

 

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«Voi siete una Congregazione singolare – mi facevano osservare la settimana scorsa –; tacete e siete sempre in mo­to». San Paolo era così. Anche la nostra organizzazione, i no­stri orari, le nostre attività, le nostre iniziative devono essere come le farebbe S. Paolo adesso, come se vivesse oggi. Ieri, tornando da Bari, guardavamo i punti dove si era fermato San Paolo che veniva prigioniero a Roma [cf At 28,15]; il foro, lungo la strada oltre Cisterna e che chiamano la «Fet­tuccia»; poi più avanti le Tre Taverne; due soste dove egli già aveva incontrato dei cristiani che venivano a ricercarlo da Roma. Ma se San Paolo fosse venuto adesso, non avrebbe fatto il cammino così, non è vero? Avrebbe preso un aereo per arrivare più presto e predicare più a lungo, aver più tem­po, per quanto stava da lui.

[1954: PrPR, 74-75]

 

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Tutta è venuta dall'Eucaristia, la vita della Famiglia Paolina; ma fu trasmessa da san Paolo. Dall'Eucaristia perché Gesù è la vita, ma l'Ostia santa per entrare nei nostri cuori ha bisogno di essere portata. Ed è stato san Paolo che ha compiuto quest'opera di comunicare la vita di Gesù Cristo. E il nostro padre san Paolo: "in Christo Jesu per Evangelium ego vos genui". Tutto è suo. L'Istituto è stato ispirato da lui. Egli ne è il padre, ne è la luce, ne è il protettore, ne è il Maestro, tutto. I figli hanno la vita del Padre: vivere perciò come lui. [...] La Famiglia Paolina, composta di molti membri, deve essere Paolo oggi vivente, in un corpo sociale. […] La Famiglia Paolina è suscitata da san Paolo per continuare la sua opera; è san Paolo, vivo, ma che oggi è composto di tanti membri. Non abbiamo eletto noi san Paolo; è lui che ha eletti e chiamati noi. Vuole che facciamo quello che egli farebbe se oggi vivesse. E se vivesse che cosa farebbe? Adempirebbe i due grandi precetti come ha saputo adempierli. Amare Iddio con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la mente; e amare il prossimo senza nulla risparmiarsi perché egli ha vissuto Cristo: "Vivit vero in me Christus". Egli adopererebbe i più alti pulpiti eretti dal progresso odierno: stampa, cinema, radio, televisione: i più grandi ritrovati della dottrina di amore e di salvezza: il Vangelo di Gesù Cristo. San Paolo si è fatto per noi come "forma". Quando si mette in macchina per stampa una forma, i fogli che si fanno passare sono stampati secondo la forma preparata. Oppure se vogliamo dire: quando si fanno le piccole statue si infonde nella forma gesso o scagliola: ed ecco la statua che noi desideravamo.

[1955? PrSP, 291]

 

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 L'apostolato è compiere quel che san Paolo compiva. La nostra vita paolina si appoggia su tre piedi, come un candelabro: preghiera, pazienza, dolore dei peccati.

[1955: Pr 6?, 119]

 

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Per noi sono più appropriate le parole ai suoi [di san Paolo] figli di Tessalonica, ai quali ricorda di essersi fatto per loro forma: "ut nosmetipsos formam daremus vobis". Gesù Cristo è il perfetto originale: Paolo per noi si è fatto forma, onde in lui siamo forgiati per vivere secondo Gesù Cristo. San Paolo-forma non lo è per una riproduzione fisica, ma per possedere al massimo la sua personalità: mente, pietà, cuore, virtù, zelo. […] San Paolo si è fatto per noi come "forma". [...] L'originale è Gesù Cristo; la forma è san Paolo. […] e noi dobbiamo formarci in lui. Vivere, cioè, pensare, operare, zelare, come egli ha pensato, come egli ha operato, come egli ha zelato la salute delle anime, come egli ha pregato. Essere veramente Paolini. Paolini!

[1956: SdM, 56-58]

 

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Se San Paolo vivesse, continuerebbe ad ardere di quella duplice fiamma, di un medesimo incendio, lo zelo per Dio ed il suo Cristo [cf 2Cor 5,14], e per gli uomini d’ogni paese. E per farsi sentire salirebbe sui pulpiti più elevati [cf Fil 1,18] e moltiplicherebbe la sua parola con i mezzi del progresso attuale; stampa, cine, radio, televisione. Non sarebbe, la sua dottrina, fredda ed astratta. Quando egli arrivava, non com­pariva per una conferenza occasionale, ma si fermava [cf At 19,10] e formava: ottenere il consenso dell’intelletto, persua­dere, convertire, unire a Cristo, avviare ad una vita piena­mente cristiana [cf At 19,20]. Non partiva che quando vi era la morale certezza della perseveranza dei suoi. Lasciava dei presbiteri a continuare la sua opera; vi ritornava spesso [cf 1Cor 16,5-6] con la parola e con lo scritto [cf Rm 15,22, At 20,17]; voleva notizie, stava con loro in spirito, pregava per essi [cf Ef 1,16].                                                

[1956: SdM, 57; cf CISP, 1152]

 

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Il santo non è un uomo sfinito, una mezza coscienza che non sa prendersi la propria parte nella vita... Per San Paolo la santità è la maturità piena dell’uomo, l’uomo perfetto [cf Ef 4,13; 1Tm 3,17].

Il santo non si involve, ma si svolge; non si ferma, ma ha per stemma il «proficiebat» [cresceva: cf Lc 2,52].

La santità è vita, movimento, nobiltà, effervescenza, ma di quella buona, non di ciò che cade, ma di ciò che sale. Sì. Ma lo sarà solo e sempre in proporzione dello spirito di fede e della buona volontà: il Signore è con noi, noi siamo coope­ratori di Dio [cf 1Cor 3,9].

[1956: SdM, 26-27]

 

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Imitare meglio le virtù di San Paolo. Egli fu il vero Ho­mo Dei [uomo di Dio]: un uomo in modo eccezionale col­mato di grazia, un uomo cui particolarmente sono affidate le cose di Dio [cf 2Cor 3,6; 6,4; 1Cor 4,2], un uomo in mo­do speciale obbligato a Dio, un uomo che poté dire: «la sua grazia in me non fu vana» [1Cor 15,10]: egli, cantore di Dio, banditore della grazia di Dio, promotore del culto di Dio, propugnatore delle leggi di Dio, segregato da Dio, prigio­niero di Cristo, vivente in Cristo [cf 1Tm 2,7; Gal 1,15; Rm 1,1; Col 4,3].

[1957: CISP, 602]

 

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«Protendersi in avanti!» [cf Fil 3,13]. Tener sempre pre­sente ciò che ci manca. Non c’è tempo a compiacersi del passato, a raccontare le cose che si sono fatte, i risultati otte­nuti in questa o quella diocesi, in questa o quella giornata del Vangelo, del catechismo, mariana, ecc. Non c’è tempo! C’è solo tempo a ricordare quello che ci manca, se vogliamo es­sere saggi e apostoli, formati sul cuore di San Paolo.

[1957: PrA, 137]

 

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San Paolo è il nostro Padre: da Lui noi dobbiamo prendere lo spirito, la mentalità, l'amore a Gesù Cristo e l'amore alle anime.

[1958: Spa, 93]

 

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La Lettera di San Paolo ai Romani è il primo e principa­le saggio dell’apostolato delle edizioni, l’esempio su cui do­vrebbe modellarsi ogni edizione paolina. Per questo, quando si è costruita la chiesa dedicata a San Paolo in Casa Madre, si è voluto rappresentare in un bel quadro l’Apostolo che detta e indirizza la sua grandiosa Lettera ai Romani. Il quadro nel suo insieme rappresenta bene l’indole e la finalità del nostro apostolato: portare il Vangelo a tutte le genti, di tutti i tempi.

[1958: PrA, 142]

 

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Prima di mettere l’Istituto sotto la protezione di S. Paolo Apostolo si è pregato molto. Si voleva un Santo che eccellesse in santità e nello stesso tempo fosse esempio di apostolato. S. Paolo ha unito in sé la santità e l’apostolato. Ha amato vera­mente Gesù Cristo: «Chi mi separerà dalla carità di Cristo? Niente. Né la vita né la morte» [cf Rm 8,35.38]. Dopo di aver servito Cristo in vita, è andato intrepido al martirio piegando la testa sotto la spada. «Né la vita né la morte mi separerà da Cristo»! [cf Rm 8,38] Prima di rendere al Maestro l’ultima te­stimonianza, gli aveva offerto tutta una vita di apostolato. So­vente si dà risalto all’attività di San Paolo; ma prima bisogna mettere in risalto la sua pietà.

[1961: SdC, 379]

 

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San Paolo è il nostro Padre e l'ispiratore della vostra [Figlie di San Paolo] istituzione; è il Dottore della Congregazione perché è lui che ci ha dato la dottrina, essendo stato il più fedele e profondo interprete di Gesù Cristo Maestro. Egli è il modello! Si è fatto forma della vita vostra.

[1961: Collezione Figlie di San Paolo [senza data] [senza titolo]]

 

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Questo è lo spirito paolino: vivere in Gesù Cristo Maestro, Via, Verità e Vita, secondo che san Paolo ce lo presenta, Gesù Cristo, il Maestro. Perciò la necessità di leggere [San Paolo]. [...] San Paolo, voi dovete conoscerlo, che è lui l'anima dopo Gesù Cristo e in Gesù Cristo, di tutta la Famiglia Paolina. Io vi consiglio che leggiate un solo libro, cioè la Scrittura, particolarmente il Vangelo e San Paolo. Quando andate fuori a considerare i libri di spiritualità varie, mi pare che andiate a leggere dei romanzi rispetto a San Paolo, con queste spiritualità, con questa varietà di libri di ascetica. E avete la vostra ascetica che è tutta innestata in Cristo e in San Paolo.

[1963: APD VIII, 175]

 

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Il suo modo di scrivere è personalissimo, vero specchio di un’anima fatta per dominare, ardente, fiera, sicura della verità, affettuosa come una madre [cf 1Ts 2,7; Gal 4,19] e forte come un padre [cf 1Ts 1,12; Gal 1,8-9; 1Cor 5,3-5].

[1966: CISP, 614]

 

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Nella Famiglia Paolina: 1) Si consacra il mese di giugno a San Paolo. 2) Ogni mese si consacra a San Paolo il primo lunedì. 3) La recita frequente della Coroncina a San Paolo. 4) Lettura della vita e Lettere di san Paolo. 5) Le lodi (canti) a San Paolo. 6) Altri sei particolari preghiere a San Paolo. 7) Nei principali locali esporre il quadro o la statua di San Paolo. 8) La solennità della Conversione e del Martirio di san Paolo.

[1967: CISP, 640]

 

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L'intento di San Paolo: formare dell'umanità tutta una Chiesa, senza distinzione di razze e di classi. San Paolo dà il medesimo valore tanto alla sua predicazione orale, quanto a quella scritta nelle sue Lettere. Così Paolo ha predicato ed ha scritto: la parola orale; la parola tecnica. […] Conclusioni: al Sacerdote Paolino duplice compito: la parola orale e la parola tecnica.

[1967: CISP, 630]

 

Ultimi aggiornamenti

Agenda Paolina

19 mars 2024

Solennità di S. Giuseppe, sposo della B.V. Maria (bianco)
2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24a oppure Lc 2,41-51a

19 mars 2024

* SSP: 1965 a Guadalajara (Messico) • FSP: 1965 a Selangor (Malaysia) - 1969 a Macau - 1988 a Roma, Borgo Angelico (Italia) - 1993 a Puerto Ordaz (Venezuela) • PD: 1935 arrivo in Spagna - 1948 arrivo in Canada - 1956 Casa DM a Bogotà (Colombia) - 1965 Casa SP a San Pedrito (Guadalajara - Messico) • SJBP: 1964 inizio in Argentina - 1968 a S. Paulo, Jardim Gilda Maria (Brasile) - 1977 a Cúcuta (Colombia) - 1999 a Yacuiba (Bolivia) - 2001 a Medellín (Colombia) - 2011 Casa Generalizia a Roma (Italia) - 2020 a Porto Novo - Adrianópolis (Brasile) • ISF: 1993 approvazione pontificia.

19 mars 2024SSP: D. Chiaffredo Brondino (2003) - Fr. Federico Faccioli (2008) - Fr. Eliécer López (2016) - D. Nelso Casolari (2023) • FSP: Sr. Lilia Maria Lavagnini (1964) - Sr. M. Bernarda Marinoni (1971) - Sr. M. Carola Damo (1987) - Sr. M. Sira Baldassari (1994) - Sr. Geltrude Botto (1999) - Sr. M. Bernardina Borghini (2004) - Sr. Mary Caroline Tessa (2008) - Sr. M. Regina Nota (2009) - Sr. M. Amalia Esposito (2016) - Sr. Zefirina Ceste (2018) - Sr. M. Filomena Mattuzzi (2018) • PD: Sr. M. Querubina Contreras (2005) - Sr. M. Leonia Torresan (2012) • IGS: D. Pio Rossi (1987) • IMSA: Elena Ciaglia (2010) • ISF: Rosa Deplano (1995) - Pasquale Festa (2009) - Olga Bernardoni (2014).

Pensiero del Fondatore

19 mars 2024

Onoriamo san Giuseppe perché è il santo della Provvidenza... Poi, onoriamo san Giuseppe per le sue intime comunicazioni col Bambino Gesù, onde chiedere a lui un amore così intimo, come egli possedeva, a Gesù (APD56, 224).

19 mars 2024

Honremos a san José porque es el santo de la Providencia... Luego, honremos a san José por su íntima comunicación con el Niño Jesús, para pedirle un amor tan íntimo como el que él poseía, por Jesús (APD 56, 224).

19 mars 2024

We honour St Joseph because he is the saint of Providence... Then, we honour St Joseph for his intimate communications with the Child Jesus, in order to ask him for such an intimate love for Jesus, which he himself possessed (APD56, 224).