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Jue, Mar

Abbiamo già parlato in questa rubrica sul tema dei laici. Vogliamo continuare la riflessione per sviluppare una più forte e condivisa sensibilità verso questa realtà che risulta strategica per il futuro della Famiglia Paolina. Nella nostra grande famiglia abbiamo laici consacrati e un numero considerevole di laici collaboratori con i quali dobbiamo rapportarci e verso i quali abbiamo responsabilità e impegni di formazione, di testimonianza e di trasmissione del carisma e dello stile paolino. Tutto questo non avviene in modo automatico o solo perché viviamo gli uni accanto agli altri per molte ore al giorno. Implica una scelta e un’accettazione gli uni degli altri, religiosi e laici, sulla base della condivisione della stessa missione fino ad arrivare alla condivisione di progetti comuni, e perché no, fino al conferimento di incarichi, cariche e responsabilità fino ad oggi esclusivi dei religiosi.

Occorre generare e costruire nuovi processi e non occupazioni di spazi e territori” è quanto ci chiede Papa Francesco e ciò di cui si necessita oggi nel rapporto tra religiosi e laici.

Riporto una interessante riflessione fatta dalla Dott.sa Nunzia Boccia in una relazione tenuta, lo scorso maggio, al 1° Incontro Internazionale dei Cooperatori Paolini.

La partecipazione al carisma, in stati di vita diversi, è una ricchezza.

Camminare insieme oggi, religiosi, religiose e laici non è una necessità per colmare mancanze o sostituire assenze, ma è l’unica vera risposta ad una chiamata, ad una vocazione, alla missione che Cristo ci ha lasciato.

Il cammino di condivisione di un carisma non si inventa, non può essere un evento di un giorno, ma è frutto di un cammino di formazione comune che traccia un cammino e si sviluppa passando dall’amicizia alla familiarità, dalla collaborazione nel fare all’appartenenza alla famiglia Carismatica, dalla frequenza alla riconoscenza. I laici in questo modo potranno scoprire che l’appartenenza non è frutto della scelta che ha fatto un religioso o religiosa con la richiesta di collaborazione, ma è scoperta di un dono dello Spirito e risposta vocazionale. La formazione comune non può essere più intesa come istruzione o comunicazione di un prodotto preconfezionato e pensato dai religiosi/ dalle religiose e proposto ai laici, ma deve diventare d’aiuto a tutte le componenti (religiose e laicali) a trovare i presupposti, i riferimenti, perché la vita di ognuno diventi il luogo nel quale abitano le dimensioni più profonde e si concretizzano le scelte coerenti alla propria vocazione. Una idea che da una parte, nasce come un rilevante bisogno di ricerca dei valori, significati della vita, senso della storia delle persone, ma che per diventare progetto di vita ha bisogno di essere in vario modo alimentata con il mettere in comune, con persone consentanee, suggestioni e utopie che possano dare un futuro e un “di più” di senso a ciò che si fa e ciò che si è. L’essere insieme in questo cammino comune, l’uno accanto all’altro, è di aiuto per interiorizzare le diverse esperienze fatte insieme, con attenzione ai necessari equilibri tra il fare e l’essere, senza che nulla venga dato per scontato. Di fatto, oggi, dopo tanto parlare la “cultura carismatica d’insieme” non ha trovato spazi di comunicazione o di elaborazione di significati. Sarebbe auspicabile creare momenti, occasioni che permettano il confronto, la condivisione di idee e di scelte formative trovando sullo stesso piano laici, religiosi/e e consacrati.”

C’è una ricchezza reciproca da riscoprire, a vantaggio e utilità comune: noi religiosi con i laici e a loro servizio per scoprire Dio nelle strade della città. La presenza di Dio non è da costruire ma da scoprire, da svelare; i laici  con noi e verso di noi per smontare i nostri slogan, le nostre cornici perfette e omologate, per dirci quanto e come cambia il mondo. Oggi si ha bisogno di nuove forme di organizzazione e nuove forme di celebrazione della fede e i laici ci spingono ad essere creativi in questo e, quindi, non dobbiamo avere paura del confronto con loro.

Quale conclusione: non parlare del valore del laicato ai laici, o meglio, non parlare del laicato solo ai laici ma anche e soprattutto ai Paolini, senza altri secondi fini, ma solo per scoprire e condividere insieme la ricchezza delle proprie diverse identità e vocazioni.

Nei nostri documenti si parla insistentemente di “corsi di formazione per i laici”. Forse si dovrebbe parlare anche di corsi di formazione per i Paolini sui laici.

Agenda Paolina

28 Marzo 2024

Nella Cena del Signore (bianco)
Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15

28 Marzo 2024

* SSP: 1988 Maggiorino Vigolungo viene proclamato Venerabile.

28 Marzo 2024FSP: Sr. M. Augusta Biolchini (2018) - Sr. Donata Narcisi (2019) - Sr. M. Dorotea D’Oto (2023) • PD: Sr. M. Tarcisia Spadaro (2008) - Sr. M. Emanuella Santini (2011) - Sr. M. Leonarda Pompiglio (2023) • IGS: D. Giorgio Zeppini (2018) • ISF: Michele Perillo (1996).