Alle ore 14.10 di ieri, 1° febbraio 2018, presso la Comunità di Roma “Timoteo Giaccardo”, è tornato al Padre a causa di una forte forma influenzale che lo ha portato ad un coma irreversibile e successivamente alla morte, il nostro fratello sacerdote

DON GIUSEPPE MAURO FERRERO
93 anni di età, 81 di vita paolina, 74 di professione e 67 di sacerdozio

Giuseppe, questo il nome di Battesimo di don Mauro, nasce a Chiusa di Pesio (Provincia di Cuneo), un piccolo paese a ridosso delle Alpi, da una famiglia profondamente religiosa, formata da papà Vincenzo, mamma Giovanna Ellena e da otto fratelli; di questi quattro entrano a far parte della Famiglia Paolina: suor Cesira e suor Vincenza, delle Pie Discepole del Divin Maestro, e i nostri confratelli don Andrea (missionario in Brasile e lì sepolto) e don Mauro.

Lascia il paese natio per Alba Casa Madre il 15 settembre del 1936 seguendo le orme del fratello Andrea. È qui che assapora la vitalità dei primi tempi, iniziando il noviziato, sempre ad Alba, il 7 settembre del 1942 ed emettendo la Prima professione l’8 settembre del 1943, in piena 2a Guerra mondiale. Esattamente quattro anni dopo, sempre in Casa Madre, professa in perpetuo i voti religiosi e, dopo essersi traferito a Roma per gli studi teologici, viene infine ordinato presbitero l’8 luglio 1950.

La sua avventura paolina trova una svolta tutta particolare solo un anno dopo, quando nel mese di novembre del 1951 arriva a Bombay (oggi Mumbai - India). Parte come missionario per aiutare i primi confratelli che qualche mese prima (luglio 1951) avevano aperto una nuova comunità in questa promettente terra.

Sarà però ad Allahabad (giunto nel mese di dicembre del 1953 e lì rimasto fino al 1977) che don Mauro darà un indirizzo ben preciso alla sua missione paolina, un vero “miracolo editoriale” rappresentato dalla nascita della St Paul Publications, la casa editoriale della Provincia, che si espanderà notevolmente nel corso degli anni ’60. Nel maggio del 1955 Don Alberione compiva per la seconda volta il viaggio in India. Don Mauro si dedicava alla tipografia, alla libreria e all’animazione pastorale. Durante quella visita don Mauro gli espresse una riserva: «L’apostolato va bene, i giovani sono numerosi e laboriosi, abbiamo fiducia nell’avvenire, ma non abbiamo manoscritti da stampare». «Fatteli tu!», gli rispose il Fondatore. E continuò: «Non aspettare la Provvidenza dagli esterni; quando il Signore dà una vocazione dà anche le grazie di stato, cioè gli aiuti necessari per realizzarla. Ci riuscirai benissimo». Questa testimonianza raccolta da don Rosario Esposito per Il Cooperatore Paolino, mostra il motivo per cui don Mauro è lo scrittore paolino più letto al mondo. Non ha aspirato a creare capolavori o a fare bella figura, gli è bastato essere un “artigiano della penna”. Nel tempo, infatti, ha pubblicato più di 130 titoli che in alcuni casi sono diventati dei veri bestseller. Come il primo lavoro, Just a moment please, editato nel 1958, che in poco tempo ha superato le 300.000 copie ed è stato tradotto in una decina di lingue, fra cui il cinese.

La sua presenza in India, dopo essere stato per la seconda volta nella comunità di Mumbai (1977-1985), e in alcune Case anche superiore di Comunità (1961-1970 e 1977-1981), è terminata con la partenza per Slough (Inghilterra). Vi arriva nel gennaio del 1985, assecondando la richiesta del Superiore generale, don Renato Perino, cambio che gli costa davvero molto. In questa comunità rimane poco meno di un anno, perché nel mese di dicembre don Mauro viene trasferito ad Albano Laziale come cappellano dell’Ospedale Regina Apostolorum (1985-2009). Terminato questo servizio a favore degli ammalati e della comunità delle Figlie di San Paolo, giunge ad Ariccia “Casa Divin Maestro” per aiutare la comunità nell’animazione della Famiglia Paolina. Vi rimane fino al 2014, quanto per motivi di salute si trasferisce nella Comunità di Roma “Timoteo Giaccardo”.

Una vita spesa nella semplicità, quella di don Mauro, così come semplice era il suo modo di redigere i suoi libri, scritti più a mo’ di vademecum che di veri e propri trattati. Con lo stesso stile don Mauro ha dato vita a una collana, Better Yourself Books, dal taglio psicologico e sociologico e a due riviste: The Teenager e Inspirational Quote. Non meno si è speso per far conoscere la figura del Beato Giacomo Alberione, pubblicando una decina di titoli, illustrando la sua vita e la sua eredità carismatica.

Grazie a tutta questa attività editoriale don Ferrero è stato nominato “Uomo dell’anno 2013”, dell’American Biographical Institute, un riconoscimento prestigioso perché riconosciuto alle «personalità più in vista presso l’opinione pubblica internazionale».

Don Mauro era chiamato dai nostri confratelli dell’India “Chotta Ferrero”, perché in lingua hindi significa “piccolo”, con il diretto riferimento al “grande” don Alfonso Ferrero, uno dei padri fondatori delle comunità paoline in India. Egli si firmava sempre con lo pseudonimo “J. Maurus” ed è così che i suoi lettori lo conoscono. In questi semplici ricordi intravvediamo la capacità di don Mauro di inserirsi nel contesto culturale della grande India, un Paolino pronto a farsi tutto a tutti, come l’Apostolo Paolo. Ed è con questo spirito e con tanto affetto che il 26 novembre 2008 i nostri confratelli Paolini lo invitarono in India per festeggiare il suo 100° libro.

Oramai prossimi al nostro Intercapitolo di Aparecida (Brasile), affidiamo ora don Mauro alla misericordia del Maestro Divino, consapevoli che il bene rimane, che ogni pagina scritta con amore porta frutto in ogni cultura, perché riflette la vita nuova del Risorto.

Roma, 2 febbraio 2018

Don Domenico Soliman, ssp


I funerali si svolgeranno sabato 3 febbraio, alle ore 10.30, nella Sottocripta del Santuario Regina Apostolorum di Roma. La salma sarà successivamente tumulata nel cimitero Laurentino di Roma. Tutte le comunità paoline presenti a Mumbai celebreranno nello stesso giorno una Messa di suffragio, seguite da quelle presenti in altre città dell’India.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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