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Dio, nella pienezza del tempo, si è comunicato attraverso Gesù, il perfetto comunicatore, che a sua volta ha fondato la Chiesa, dandole il mandato di «proclamare il Vangelo all'intera creazione» (Mc 16,15). Da allora, ogni battezzato è chiamato a condividere la missione evangelizzatrice della Chiesa e comunicare la Buona Notizia.  Oggi, l'avvento di internet e gli ultimi strumenti digitali superano i loro predecessori – la stampa, la radio, la televisione… – quanto a capacità di comunicazione.

Riconoscendo il mondo digitale come un campo di missione ancora inedito, Papa Benedetto XVI nel 2010 ha incoraggiato così i cristiani: «Senza paura dobbiamo andare a navigare sul mare digitale, affrontandolo con la stessa passione che ha governato la nave della Chiesa per duemila anni». È Papa Francesco che ha concretizzato quanto affermava il suo predecessore, quando nel febbraio del 2014 ha caricato un messaggio video su un iPhone. Inoltre, l'account Twitter del Papa è stato segnalato come il più influente del mondo!

L'impegno dei media digitali è l'equivalente moderno di ciò che leggiamo nel Vangelo di Matteo: «Quello che ascoltate all’orecchio, voi annunciatelo dalle terrazze» (Mt 10,22). I media digitali hanno un enorme potenziale per convincere coloro che appartengono o meno alla Chiesa, a vivere la loro vita radicati nel messaggio evangelico. È il modo migliore per raggiungere quei ‘misteriosi’ nativi digitali, generalmente giovani, che sono molto attivi nello spazio digitale, anche se sempre più lontani dalla Chiesa.

Nei secoli siamo stati abituati ad una cultura della Chiesa che privilegiava la geografia. Oggi invece dobbiamo accogliere i pulpiti digitali come quei luoghi che trascendono la geografia e l’ambito fisico, così come le limitazioni di tempo e di spazio, senza però ‘sostituire’ e tanto meno sopprimere le chiese. Ad esempio, ogni cristiano può raggiungere i colleghi di lavoro inviando una riflessione quotidiana della Messa e del Vangelo sul loro smartphone, evitando così che siano ‘semplicemente’ cristiani domenicali. Oppure si può permettere ai malati e agli anziani di ‘partecipare’ alla celebrazione attraverso lo streaming su Facebook?

L'evangelizzazione è anche ricercare e aiutare chi è fragile e lontano (Lc 19,10). I mezzi digitali facilitano la connessione e l’impegno con persone che hanno bisogno di orientamenti psicologici e spirituali. La narrazione digitale dà voce a coloro che sono stati spesso tacitati. Come Gesù che preferiva trascorrere parte del suo tempo attorno alla tavola, così i media digitali possono offrire comunità online che invitano alla condivisione genuina e a porre domande anziché dare risposte chiuse.

Se la testimonianza personale è la chiave dell'evangelizzazione, allora è importante integrare la fede cristiana nelle nostre vite online, diventando veramente cittadini e fedeli digitali. Se la nostra fede definisce chi siamo e diventa parte della nostra espressione, deve allora passare anche attraverso le nostre tastiere e illuminare gli schermi dei nostri portatili. D’altra parte, l'evangelizzazione digitale è un campo in cui dobbiamo entrare con la massima prudenza e coraggio. Dobbiamo essere gentili come colombe online, ma anche saggi come i serpenti (Mt 10,16). Testimoniare chiede coerenza e verità, tanto nel proprio profilo digitale, quanto nel comportamento. Quando un’attività online diventa una contro-testimonianza richiede da noi un ‘mea culpa’ e la disponibilità a migliorare i passi successivi.

A volte possiamo incorrere nel pericolo di misurare il nostro successo digitale nel campo della evangelizzazione tramite il numero di visite, download, ‘likes’ e seguaci, portandoci a pensare che abbiamo una grande piattaforma. In questa situazione San Paolo ci ricorderebbe che siamo come un tesoro in vasi di argilla, perché i buoni risultati dipendo da Dio, non da noi stessi (2Cor 4,7). Ciò che conta veramente non è il numero ma quanto siamo fedeli evangelizzazione con i media digitali.

L'impegno nell'evangelizzazione attraverso la piattaforma digitale è una grande opportunità, ma senza conoscere il contesto dell'era digitale, i suoi presupposti teorici e la sue modalità… potrebbe diventare un'esperienza deludente. Oltre a fornire nuove piattaforme per l'evangelizzazione, la tecnologia digitale è in grado di trasformare i contenuti in una forma interattiva e giocosa, sempre più visiva e multimediale. Così conoscere bene la modalità e il contenuto di ciò che comunichiamo è essenziale per raggiungere le persone con la Buona Notizia.

Come leggiamo in 1Cor 12,12-27, e cioè che le parti sono unite in un solo corpo, così il coinvolgimento della Chiesa nell'opera dell'evangelizzazione digitale necessita di interconnessioni. Il concetto di Henry Jenkins di ‘cultura partecipativa’ – una cultura in cui gli individui collaborano e contribuiscono – è qui molto pertinente. La collaborazione nel contesto digitale richiede che i responsabili della Chiesa discutano il modo migliore di interagire con i comunicatori professionisti della fede attraverso i media digitali, facilitino lo sviluppo della professionalità, promuovano modi di lavorare insieme con chi in modo amatoriale parla della fede online, sempre a servizio dell'autentica proclamazione del Vangelo (vino vecchio in otri nuovi).

Gesù affidò ai primi discepoli di essere pescatori di uomini. Oggi, 2000 anni dopo, siamo benedetti perché ci è stata data la più grande “rete” conosciuta dall'umanità: internet. Pian piano abbiamo gettato questa “net” nelle acque profonde dell'era digitale, ed è ciò che conta per l'evangelizzazione. «Non abbiate paura» è una delle parole rassicuranti del Signore Risorto, quando affidò la sua missione ai Dodici. Pertanto, «non abbiate paura» di utilizzare i mezzi digitali, potenti, evoluti, pericolosi e meravigliosi… per l'evangelizzazione!


 

* Sajith Cyriac, sacerdote paolino della Provincia dell'India-Nigeria-Gran Bretagna-Irlanda, é dottorando in Media Education presso l'Università Salesiana di Roma.

 

Agenda Paolina

29 mars 2024

Passione del Signore (viola)
Astinenza e digiuno
Is 52,13–53,12; Sal 30; Eb 4,14-16; 5,7-9; Gv 18,1–19,42

29 mars 2024

* SSP: 1947 a Santiago de Chile (Cile).

29 mars 2024SSP: D. Felipe Gutiérrez (2004) - Fr. Natale Luigi Corso (2014) • FSP: Sr. Teresa Bianco (1995) - Sr. Guglielmina Oliboni (1995) - Sr. Mansueta Chiesa (2005) - Sr. Lucia Migliore (2007) - Sr. Carla (Clelia) Ferrari (2012) - Sr. Mary Bernadette Fitzgerald (2020) - Sr. Maria Carmen Conti (2020) • PD: Sr. M. Cornelia De Toffoli (1996) - Sr. M. Veritas Montecchio (2017) • IGS: D. Michele Sarullo (1993) • IMSA: Giuseppina Sanfilippo (2009) - Rosetta Budelacci (2022) • ISF: Egidio Pitzus (1997) - Giovanni Sticca (1997) - Antonietta Turco (1997) - Isabel Sabugo (2002) - Giovanni Italiano (2011).