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Mer, Apr

Video: Testimonianza di don José Dias Goulart

 

Alle ore 21 (ora locale) del 31 agosto 2017, presso la comunità di São Paulo - Vila Mariana (Brasile), ha raggiunto la Casa del Padre il nostro fratello sacerdote

DON JOSÉ ANSELMO DIAS GOULART
89 anni di età, 77 di vita paolina, 70 di professione religiosa e 62 di sacerdozio

«É doce a amargura de partir, para nunca mais voltar. É amargura, porque me separa de tanta gente amiga. Mas é doce, porque é o encontro final com Você» («È dolce l’amarezza di partire, per non più ritornare. È amara, perché mi separa da tanti amici. Ma è dolce, perché è l’incontro finale con Te»). Questa frase scritta da don Josè Dias Goulart, con cui vogliamo onorare il suo ricordo, dà un colore tutto particolare alle tante vicende di vita di questo nostro fratello che ci ha lasciato dopo moltissimi anni di vita paolina.

Don José nasce a Presidente Prudente, città dello Stato di São Paulo fondata da suo padre Francisco, il 29 febbraio 1928. I suoi genitori, Francisco e Izabel, hanno ben diciannove figli: dieci maschi e nove femmine. José è, nell’ordine, il quattordicesimo. Battezzato il 22 aprile 1928 nella parrocchia di S. Sebastião della sua città natia, nove anni dopo – il 29 agosto 1937 – riceve nella stessa chiesa il sacramento della Confermazione. A dodici anni compiuti, terminate le scuole elementari, entra in Casa: è il 7 febbraio 1940 quando il piccolo José varca la porta della comunità di Vila Mariana (São Paulo), allora sita in Rua Maggiore Maragliano. Passano cinque anni e, nel giorno della solennità di San Paolo (30 giugno 1945), dopo aver frequentato l’anno di propedeutica e i tre anni del Ginnasio, fa la vestizione. Il 24 gennaio dell’anno successivo, sotto la guida di don Ireneo Gramaglia, comincia l’anno di noviziato, che conclude con la prima professione il 25 gennaio 1947, festa della Conversione dell’Apostolo. Trascorrono esattamente tre anni quando, il 25 gennaio 1950, José professa i voti perpetui. Un anno dopo si trasferisce a Roma per compiere gli studi teologici. Qui, oltre a prestare apostolato alla linotype, ha anche occasione di partecipare alle riprese del film Ecce homo - Il Figlio dell’Uomo, uscito nel 1954 con soggetto scritto da Don Alberione e regia di Virgilio Sabel.

Terminato il periodo di formazione, il 5 dicembre 1954 riceve l’Ordinazione presbiterale nel Santuario Maria Regina degli Apostoli di Roma per l’imposizione delle mani di Mons. Ettore Cunial, insieme a don João Crisóstomo, don Tomás Clímaco e Bernardo Bosio, tutti nel frattempo deceduti. Due mesi dopo don José torna in Brasile, e precisamente a São Paulo, per dedicarsi all’apostolato della stampa, assumendo la direzione del settimanale A Imprensa. Nel 1958 lo troviamo alla Cidade Paulina dove, oltre a portare avanti l’apostolato redazionale, è insegnante dei giovani in formazione e realizza alcuni programmi televisivi. In questo periodo nei fine settimana presta anche servizio pastorale a Mogi das Cruzes, nei pressi della metropoli paulista.

Nel 1961, e fino a tutto il 1968, vive nella comunità di Caxias do Sul, dove è insegnante e direttore della locale libreria. Dopo un passaggio per un anno a São Paulo, nel 1970 è trasferito nella comunità di Rio de Janeiro. Qui produce alcuni programmi per Radio Vera Cruz (1970-1971) ed è Superiore locale, oltre che direttore della libreria (1977-1979). Sono anni intensi visto che ricopre anche il ruolo di Vicepresidente della Caritas brasiliana e di addetto stampa della Conferenza Episcopale del Brasile (CNBB). In continuità con tale ultimo mandato, nel 1979 si trasferisce nella capitale Brasilia, dove fino a metà del 1983 svolge questo incarico presso la nuova sede della CNBB, oltre a dare lezioni di iniziazione biblica presso l’Università Cattolica. Successivamente, dopo un ulteriore breve stacco a São Paulo, torna a Caxias do Sul come Superiore locale e parroco di São Ciro, oltre che Consigliere provinciale e membro della commissione vocazionale diocesana. Tornato a São Paulo nel 1987, si spende nella revisione di testi, nelle traduzioni e prestando la sua vibrante voce per alcuni programmi radiofonici. Negli anni ricopre altri incarichi di rilievo: responsabile dei giornalisti a Rádio América¸ direttore del network delle radio paoline, parroco a Santo Inácio de Loyola, coordinatore dell’area pastorale Paraíso (Regione Sé) e professore di portoghese alla FAPCOM. Nel 1990, infine, è negli Stati Uniti come coadiutore della parrocchia S. Anthony di Cambridge.

Un insieme di esperienze accumulate negli anni che ci restituiscono l’immagine di un uomo estremamente eclettico e modesto, come mostra la sua preferenza, testimoniata più volte ai confratelli, per il lavoro tipografico: ce lo ricorda il suo “santo” orgoglio per la composizione della prima edizione completa della Bibbia in portoghese (1943).

Don José è stata una persona umile, povera, libera e sempre di ottima compagnia in comunità. Il buon umore non è venuto mai meno nemmeno nella malattia, frutto della sua intimità con Dio nell’Eucaristia e nella Liturgia delle Ore. Preghiamo ora il Maestro perché don José possa godere del premio eterno. Vicino alla Trinità, possa intercedere per le necessità di tutta la Famiglia Paolina.

Roma, 1° settembre 2017                                            

Don Stefano Stimamiglio, ssp
Segretario generale


I funerali avranno luogo nella mattinata (ora locale) di oggi, venerdì 1° settembre 2017, presso la Parrocchia Santo Inácio de Loyola di São Paulo. Dopo la cerimonia i suoi resti mortali saranno deposti nel Cemitério Santíssimo Sacramento di São Paulo.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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Donde hay caridad allí está Dios, y donde no hay caridad, alguien podría hacer hasta prodigios por habilidad, por negocios, por dominar sobre los demás, por enseñar, por ser admirados en las virtudes, por realizar obras diferentes, más difíciles que los demás, «no me serviría para nada» (APD56, 263).

24 Aprile 2024

Where there is charity there is God, and where there is no charity, a person could also perform wonders because of ability, for business, to dominate over others, to teach, to be admired in virtues, to perform different works, more difficult than the others, “it would be of no use to me” (APD56, 263).