29
Fri, Mar

“Dobbiamo venire fino al punto di sentire proprio pena in quel giorno in cui, per qualche grave motivo, non ci fu possibile far la consueta lettura della S. Bibbia; sentir quella pena intima che provano quelle anime devote quando non possono comunicarsi. Per loro quella giornata sembra persa; non sono soddisfatte, sentono in se stesse una sete, un appetito misterioso. Oh, la Bibbia! Portiamocela con noi… qual lampada ardente nelle nostre mani, affinché rischiari la nostra vita e dissipi le tenebre.” (G. Alberione, Leggete le Ss. Scritture, 316)

Un testo chiaro, limpido… che lasciamo commentare a padre Amedeo Cencini, esperto di formazione e vita consacrata. Con un testo altrettanto chiaro e limpido.

 

La Parola del giorno

Si ha spesso l’impressione che si stenti ancora a comprenderne la natura profonda della lettura quotidiana della Parola, lettura che va ben oltre una pratica di pietà facoltativa. Seguire Gesù Maestro e farlo nello spirito dell’apostolo Paolo, ci rende persone radicate nella Parola. Il discepolo, infatti, è tale proprio perché crede nella Parola, si nutre d’essa, e solo d’essa, secondo il “menù” preparato dal Padre ogni giorno, quello della Parola-del-giorno, di cui tutti i credenti in tutta la Chiesa sono invitati a nutrirsi. Natura e funzione della Parola-del-giorno è quella di aprire e accompagnare la giornata, come costituisse il passo cadenzato, il punto di riferimento d’ogni giorno della vita, senz’alcuna eccezione, e senza pure esser essenzialmente in funzione del proprio ministero, della catechesi o della predicazione o dello studio personale, quasi usandola in modo interessato.

Ogni giorno, ogni mattino

Per questo motivo non può esser solo qualcosa di speciale, da fare una volta alla settimana o quando mi va, perché costituisce ciò che dà il ritmo a ogni giorno, quasi la sua unità di misura, ciò che la raccoglie attorno a un centro che le affida un compito, qualcosa che non può mancare per nessun motivo e che va collocato ragionevolmente all’inizio della giornata: ogni vocazione, infatti, è “mattutina”, prim’ancora che io mi svegli e dia il via alle corse quotidiane essa è già all’opera, già pensata e pronunciata dall’Eterno, alta e luminosa come il sole che sorge sul giorno che sta per cominciare.

E così la Parola-del-giorno: è mattutina per natura sua, perché contiene e svela la vocazione di colui che la legge, perché non solo la Parola-del-giorno apre la giornata, ma ha la precedenza su tutto il resto, sulla mia agenda, su quella fila di pensieri che affollano la mia mente non appena mi sveglio, pretendendo ognuno la precedenza, e che spesso hanno il potere di diventare subito pre-occupazioni; e al tempo stesso la Parola di oggi è ciò che dà senso e ordine a quel che farò durante il giorno, ciò che infonde intelligenza al mio essere e rende attento il mio agire.

Il buongiorno di Dio

La Parola-del-giorno è il buongiorno di Dio al mio risveglio, come un messaggio puntuale e sempre nuovo, che non cessa di trasmettermi giorno per giorno il suo piano amoroso; per questo non può che essere una lectio amorosa. Per questo, soprattutto, senza la lectio del mattino io perdo la chiave di lettura della mia persona, come fossi privo d’intelligenza e ignorante, il giorno si preannuncia vuoto e insensato, gl’impegni diventano dispersivi, i rapporti umani superficiali o ambigui, gl’imprevisti una rottura che viene a spezzare il ritmo che io pretendo aver impresso al mio tempo, mentre l’agitazione nervosa di fronte alle tante cose da fare prende il sopravvento e mi ruba la gioia (come in Marta), e poi siccome sono tante, davvero tante, devo correre e non posso stare a fare meditazione o dedicarle troppo tempo... Mica sono un novizio, poi!

Che tristezza quando la meditazione diventa semplice pratica di pietà od obbligo disciplinare, e non è cercata come dono, come dono di Dio che m’illumina, come regola di vita o ordo che dà ordine alla mia giornata, come parola autorevole che mi assegna un compito da attuare durante il giorno, come gesto affettuoso di chi si prende cura di me, come amore preveniente che ha la precedenza su tutti i miei appuntamenti, oasi che calma la fretta e sgonfia le ansietà.

Lectio divina

La lectio si chiama divina proprio perché è Dio l’autore di quella parola, è Dio che mi parla attraverso essa, è l’Eterno che l’ha ispirata, e non un Dio lontano nel tempo, ma quello che oggi mi rivolge questa parola, e è lo Spirito ha ispirato Isaia, quello stesso Spirito ha scelto anche questo momento e questo versetto, sul quale io mi soffermo…, per darmi un aiuto e quasi una seconda ispirazione»; e se Dio ne è il soggetto, ne è anche l’oggetto, è Dio che mi parla di sé, che mi svela il mistero, sempre secondo la sua sapiente pedagogia che tiene conto delle mie limitate capacità, cioè ogni giorno svelandomene un aspetto nuovo, inedito, che risponde alle mie reali necessità del momento, che lui conosce molto meglio di me, «per la razione d’un giorno» (Es 16,4), come la manna un tempo, e risponde pure alle domande profonde del cuore in questo preciso oggi della mia esistenza, quelle che Dio stesso ha posto in me e che lui solo conosce.

Teofania e antropofania

E non solo Dio mi parla di sé, ma anche di me; non è solo una teofania che apre la mia giornata di credente e discepolo della Parola, ma un’antropofania. Attraverso la quale il Padre e Creatore mi svela progressivamente la mia personale identità, la mia vocazione, quello che sono chiamato a essere per divenire conforme al Figlio suo e avere i suoi sentimenti. E anche questa rivelazione è situata nell’oggi, ovvero mi dice quel che oggi il Signore mi dona e pure mi chiede. Quasi potremmo dire che mi consegna il compito per questa giornata che va a cominciare, e che io potrò accogliere e portare a termine solo se lo accetto dalle sue mani, dentro un dialogo d’amore, come è e dev’essere la meditazione del mattino.

E la cosa singolare, e misteriosa, è che le due rivelazioni in qualche modo coincidono, poiché la mia identità è dentro quella di Dio, per così dire, perché in quella stessa Parola che parla di Dio sono invitato a cogliere anche la mia vocazione, il mio modo di rassomigliargli, il mio progetto esistenziale, il mio nome nascosto nel suo. Proprio perché viene da Dio e parla del Dio eterno e immutabile, la Parola-del-giorno parla anche di me nell’oggi della mia vita. E allora va accolta nel silenzio delle parole umane, nel raccoglimento interiore con cui ci s’avvicina al mistero, nell’attesa di chi si prepara a ricevere un tesoro che gli verrà messo tra le mani, con la meraviglia di chi conosce l’agire di Dio ed è abituato alle sue sorprese cui non ci si abitua mai.


* Giacomo Perego, sacerdote paolino italiano, è il superiore della comunità di Cinisello-Balsamo e Coordinatore internazionale del Centro Biblico San Paolo.

La sezione "In Dialogo" vuole essere uno spazio di formazione, dialogo e interazione tra i membri della Famiglia Paolina di tutto il mondo. Invitiamo, quindi, tutti voi a commentare gli articoli qui pubblicati e anche, per chi se la sente, a inviare un testo da pubblicare. Questi contributi saranno sempre benvenuti per arricchire il nostro... dialogo!

 

Agenda Paolina

March 29, 2024

Passione del Signore (viola)
Astinenza e digiuno
Is 52,13–53,12; Sal 30; Eb 4,14-16; 5,7-9; Gv 18,1–19,42

March 29, 2024

* SSP: 1947 a Santiago de Chile (Cile).

March 29, 2024SSP: D. Felipe Gutiérrez (2004) - Fr. Natale Luigi Corso (2014) • FSP: Sr. Teresa Bianco (1995) - Sr. Guglielmina Oliboni (1995) - Sr. Mansueta Chiesa (2005) - Sr. Lucia Migliore (2007) - Sr. Carla (Clelia) Ferrari (2012) - Sr. Mary Bernadette Fitzgerald (2020) - Sr. Maria Carmen Conti (2020) • PD: Sr. M. Cornelia De Toffoli (1996) - Sr. M. Veritas Montecchio (2017) • IGS: D. Michele Sarullo (1993) • IMSA: Giuseppina Sanfilippo (2009) - Rosetta Budelacci (2022) • ISF: Egidio Pitzus (1997) - Giovanni Sticca (1997) - Antonietta Turco (1997) - Isabel Sabugo (2002) - Giovanni Italiano (2011).