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Qui., Abr.

Da alcuni anni mi trovo a vivere nella comunità Canonico Chiesa a Roma insieme a confratelli che provengono da diversi Paesi. Di per sé nulla di nuovo e di così strano, visto che per noi Paolini esperienze del genere fanno parte della nostra storia se pensiamo, per esempio, alle fondazioni dei primi tempi.

Il noviziato internazionale ad Albano Laziale (Roma), che prenderà il via il 20 agosto prossimo, e i tre mesi di preparazione alla professione perpetua ad Ariccia (Roma) sono una ulteriore esemplificazione di come una comunità paolina può essere anche oggi internazionale.

Potremmo continuare con gli esempi, così come potremmo chiederci quali sono gli ‘ingredienti’ di questa comunità, che cosa vuol dire vivere insieme considerando la nostre culture di provenienza, tutti comunque coinvolti nell’annuncio del Vangelo, da Paolini chiaramente. C’è bisogno di esperienza, di tempo vissuto e condiviso prima di giungere a delle conclusioni. Forse emergono più domande che risposte…

Una comunità internazionale non è la sintesi di più culture, non è semplicemente frutto di una somma: 1+1 non fa 2. Ognuno rimane filippino, colombiano, brasiliano e italiano, coreano o congolese. Grazie al cielo nessuno perde la sua identità, le sue origini e le nostre lingue ce lo ricordano. È comunque necessario imparare l’italiano se siamo a Roma, così come lo spagnolo se viviamo a Madrid e questo ci serve per comunicare, per studiare in una nazione, e soprattutto per vivere l’apostolato. Ma una comunità così, se non è frutto di una somma, che cos’è?

D’altra parte se viviamo in Italia non possiamo dimenticarci che è necessario conoscere questa nazione, entrare in relazione con chi vi abita prima di noi, intessere una rete di contatti, conoscenze che permettono e danno significato al nostro essere Paolini. Non si può pensare di vivere in un luogo ‘asettico’ o semplicemente vivere di nostalgia, ricordando chi abbiamo lasciato nei nostri Paesi di provenienza. Ma può un portoghese, se viviamo in Portogallo, o un polacco, un italiano, o un indiano… pretendere che il modo di ragionare, di lavorare, il modo di costruire relazioni, di far certe scelte… sia per tutti il suo?

Sono solo due gli interrogativi qui segnalatati e come dicevo le domande non trovano una risposta. Tanti altri interrogativi possono emergere, anche più importanti, perché la vita spesa insieme è ben più ricca di sfumature. Probabilmente per comprendere la portata di una comunità internazionale bisogna partire da ciò che si vive, prima ancora che da quello che vorremo o dovremmo essere. Per dar volto a una simile comunità c’è bisogno di guardarci in faccia, anche per riconoscere la nostra singolarità e differenza, e iniziare ad esplicitare ciò che non può essere dato per scontato. E questo oggi, domani… continuamente!

 

Don Domenico Soliman è il segretario personale del Superiore generale, don Valdir José De Castro, e delegato della comunità Canonico Chiesa a Roma.


La sezione "In Dialogo" vuole essere uno spazio di formazione, dialogo e interazione tra i membri della Famiglia Paolina di tutto il mondo. Invitiamo, quindi, tutti voi a commentare gli articoli qui pubblicati e anche, per chi se la sente, a inviare un testo da pubblicare. Questi contributi saranno sempre benvenuti per arricchire il nostro... dialogo!

 

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25 abril 2024

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1Pt 5,5b-14; Sal 88; Mc 16,15-20

25 abril 2024

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