19
Sex., Abr.

Con il concerto Spirituality di Juri Camisasca e Rosario Di Bella, il 26 maggio, e la Messa del 28 maggio trasmessa su RaiUno, Gazzetta d’Alba inizia nel 2017 a festeggiare il suo 135° anno di attività, festa che si prolungherà con pubblicazioni di volumi, convegni, mostre e rappresentazioni teatrali, insieme alla diocesi di Alba che quest’anno festeggia i suoi 200 anni dalla ricostituzione dopo il periodo napoleonico.

Storia Gazzetta d'Alba

«La nostra Gazzetta è suscitata dalla voce di Leone XIII. Nell’ammiranda enciclica Etsi nos il Santo Padre manifestava il desiderio che in ogni provincia si stabilissero giornali che pigliassero le difese della Chiesa cattolica e mostrassero i grandi vantaggi che essa recò sempre là dove non visse da schiava, e quali altri ancora apporterebbe alla società ove tornasse a quel primato che le spetta nel mondo. La parola del Papa raccolta nell’obbedienza e con la docilità di figli, deve spronarci a tentar qualcosa in pro della religione (...). Sebbene la Gazzetta d’Alba porti a suo carattere principale il trattar di sani principi religiosi e sociali, non intralascierà di occuparsi enziandio di quanto possa importare al commercio, all’agricoltura, e agli interessi della città e del circondario».

Con questo chiarissimo programma nasceva sabato 3 giugno del 1882 uno dei primi giornali cattolici del Piemonte. Il foglio albese mostrò subito una straordinaria vitalità, tanto che dall’anno 1885 al 1900 divenne bisettimanale. La sua tiratura era così elevata che nel 1901 poteva essere definito «indiscutibilmente il miglior periodico delle diocesi piemontesi, ad eccezione de La voce dell’operaio» (l’attuale Voce del popolo) di Torino.

Intorno al 1910 Gazzetta vive una profonda crisi di identità: ci furono polemiche, fratture, incomprensioni, tanto che – uscendo dalla stessa tipografia e praticamente identico – nascerà un secondo foglio alternativo intitolato Alba nuova. Ma fu uno scisma di breve durata perché il nuovo destino del foglio era segnato dal nome di don Giacomo Alberione.

Pur rimanendo ufficialmente il giornale diocesano, Gazzetta d’Alba è da ottant’anni proprietà della Società San Paolo. E fu questo giornale a fornire al profeta della comunicazione sociale il suo primo pulpito di carta: il 20 ottobre 1913 il vescovo di Alba monsignor Giuseppe Francesco Re affida a don Giacomo Alberione la direzione di Gazzetta d’Alba.

Con questo, monsignor Re ha «fatto suonare l’ora di Dio», come noterà Alberione stesso. Mettendogli in mano un giornale, lo aiuta a ben definire quel proposito che aveva fatto, sedicenne, nel Duomo di Alba, il 31 dicembre 1900: fare qualcosa per gli uomini del nuovo secolo.

Nel 1919 don Alberione lanciò un programma temerario: il giornale cattolico in ogni famiglia. Nonostante le difficoltà del primo dopoguerra e l’analfabetismo ancora diffuso tra la povera gente di Langa, Gazzetta raggiunse le 10.000 copie, tiratura astronomica per quei tempi.

A differenza di altri fogli diocesani, Gazzetta  non ha limitato il suo campo d’azione solamente al settore religioso, ma è stata per i molti lettori veicolo di informazione, di attualità, di sana formazione sociale e politica, oltre che puntuale ebdomadario economico (nell’accezione più vasta del termine) con un occhio particolarmente rivolto alla realtà albese (è questa la sua identità!)

«Il motivo più vero del successo, è dovuto al fatto che Gazzetta fin dalla sua origine si è fatta espressione di una corrente ideale sociale e politica che meglio di ogni altra sapeva interpretare le aspirazioni profonde della nostra gente, una corrente che per un intero secolo ha mantenuta intatta questa capacità ed alla quale ancor oggi gli albesi in grande maggioranza si ricollegano. Era la corrente dei cattolici che riconoscevano nell’insegnamento della Chiesa una guida sicura della propria vita, cercandovi anche un orientamento per le grandi scelte sociali e politiche. Gazzetta è divenuta per gli albesi un qualcosa in più del giornale che esprime la voce della Chiesa. Essa a poco a poco ha assunto una funzione insurrogabile di informazione al pubblico».

Queste le parole con cui il sindaco di Alba, avvocato Tomaso Zanoletti – poi senatore della Repubblica – salutava il centenario di Gazzetta d’Alba

La caratteristica del giornale è quella di venire incontro al bisogno di informazione locale non soddisfatta dai grandi media. L’individuo globalizzato sente il bisogno di recuperare la dimensione familiare della vita, per cui è particolarmente attento a ciò che succede sotto casa sua. È la dimensione locale e comunitaria ben espressa dall’oratorio, dalla parrocchia e dalla diocesi. 

 Il fatto che l’Alberione abbia iniziato con Gazzetta la sua attività editoriale rende questo settimanale particolarmente caro alla San Paolo, che in questo caso mantiene il suo impegno nel locale, nonostante abbia orientato le sue strategie editoriali in un apostolato a livello nazionale e internazionale. Naturalmente lo stile del giornale nasce proprio dal fatto di appartenere alla San Paolo, che in ogni sua attività apostolica intende parlare di tutto in modo cristiano. 

Attualmente Gazzetta d’Alba ha una diffusione di 15.500 copie (di cui 9.500 in abbonamento) e copre il territorio di Alba, Bra, Langhe e Roero. Ha una redazione di sette giornalisti e una cinquantina di collaboratori sparsi sul territorio. La foliazione media è di 60 pagine a numero, formato tabloid. Molto curati ed apprezzati gli speciali dedicati alla Fiera del vino, al Teatro, alla Fiera del tartufo e al Natale. 

Negli ultimi anni si è molto sviluppata anche la versione digitale del giornale che può essere acquistato anche on-line. Inoltre molto seguito è il sito www.gazzettadalba.it che, supportato da Facebook e dai vari social oltre che da una newsletter settimanale, nel 2016 ha avuto tre milioni di pagine viste, con oltre 650mila utenti.  

     

Onde estamos