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Mié, Abr

Ogni anniversario della nascita del nostro Fondatore, il beato Giacomo Alberione, è sempre un’occasione per ringraziare il Signore per il dono della sua persona, e per riflettere sul messaggio della sua vita.

Quando nasce un bambino quasi sempre i genitori si chiedono: che sarà di questo nostro bambino? Qual è il piano di Dio su di lui? Forse sentono un po’ di paura quando immaginano il suo futuro.

Si dice: ogni figlio è un libro aperto. Non è vero. C’è una profondità nella persona alla quale nessuno può arrivare, una stanza segreta che custodisce il mistero della sua vita e vocazione. Così fu anche per Don Giacomo Alberione.

Chi poteva mai pensare che quel piccolo Giacomino, nato il 4 aprile 1884 nella povera cascina di San Lorenzo di Fossano, un giorno sarebbe divenuto segno evidente della presenza operante di Dio, di fronte alla quale l’uomo non può restare indifferente? Chi poteva mai immaginare che sarebbe divenuto un messaggero inviato a preparare la via al Signore nei cuori che abitano tutti i continenti? Chi poteva mai prevedere che proprio durante l’ultimo giorno della sua vita, Papa Paolo VI si sarebbe inginocchiato sul freddo pavimento della sua povera camera, davanti al suo letto, per ringraziarlo per ciò che aveva fatto per la Chiesa? Chi poteva mai immaginare che un giorno sarebbe stato elevato alla gloria degli altari dal grande Papa Giovanni Paolo II?

Al Fondatore tutti guardiamo con ammirazione, forse qualche volta anche con invidia, e ci chiediamo: «Come si fa arrivare a tale grandezza?». Se esistesse una risposta facile tantissime persone arriverebbero a questo traguardo.  Una delle tante risposte a questa domanda, che mi piace qui riprendere, è quella raccontata da don Gabriele Amorth. Nell’ultima e lunga intervista della sua vita, rilasciata nel maggio 2016 al Paolino don Slawomir Sznurkowski, don Amorth ricorda: «Io penso al mio fondatore, il beato Giacomo Alberione, che ha fondato dieci Istituti; ogni volta che decideva per una fondazione, sempre diceva che era stata pensata e pregata da molti anni. Non era una cosa, diciamo, improvvisata. No, no! Era stata ben maturata. E allora una volta gli ho chiesto: “Guardi, io credo che lei morirà col magone, ossia col dispiacere di non aver ancora fondato tante altre opere che aveva in mente”. E lui mi rispose: “È proprio vero”. Chissà quante cose aveva ancora in mente! Certo è che qualche volta noi dicevamo di lui: “È un vulcano in continua esplosione”».

Dunque, “un vulcano in continua esplosione”.  Per le iniziative apostoliche che spuntavano dal suo cuore, per l’amore alle anime, per la sete delle anime. Così fu da giovane e così fu da sacerdote, sempre proteso in avanti, sempre curioso di conoscere cosa Dio voleva da lui.  Per lui tutto era apostolato: lavoro, studio, preghiera...

Noi oggi non possiamo fermarci alla sola ammirazione del nostro Fondatore e dire che i suoi “furono altri tempi”. Piuttosto chiediamoci se per caso, tra di noi, non ci siano troppi “vulcani spenti”, messi a riposo… Chiediamo al Signore che ci dia forza e perseveranza nella “lettura continua” della vita del nostro beato Fondatore, e che ci metta dentro un po’ di “lava” della sua grazia, affinché seguendo il suo esempio, anche noi possiamo “esplodere” nel mondo della comunicazione d’oggi, con diverse iniziative apostoliche, segno evidente della presenza operante di Dio.


* Tomasz Lubas è l'Economo generale della Società San Paolo.

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24 Abril 2024

Feria (bianco)
S. Fedele da Sigmaringen, sacerdote e martire
At 12,24A13,5; Sal 66; Gv 12,44-50

24 Abril 2024

* FSP: 1948 a Bogotá (Colombia) - 1994 a Lagos (Nigeria).

24 Abril 2024SSP: Fr. Paolo Yamano (1982) - D. Pio Bertino (1994) • FSP: Sr. Paula Maria Simoes (1999) - Sr. Modesta Cane (2006) - Sr. M. Fidelis Catapano (2019) - Sr. Mary Guadalupe Martinez (2020) - Sr. M. Lucina Canu (2021) • PD: Sr. M. Fiorella Portale (1990) - Sr. M. Luciana Lazzarini (2018) - Sr. M. Giorgina Butano (2022) • IMSA: Ester Peveraro (2019) • ISF: Italina Torreggiani (2010) - Giuseppe Locastello (2017).