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Jeu, Mar

Il brano del Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato appartiene al capitolo quindici, dove Gesù, nel versetto quattro, utilizzando l’immagine della vite, afferma: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può produrre frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me» (Gv 15,4).

Un dato importante da considerare, in riferimento al passaggio scelto per questa liturgia eucaristica (Gv 15,9-17), e in continuità con quanto ho evidenziato, è Il tema del “rimanere in Gesù” che equivale a “rimanere nel suo amore”, esprimendo così che per Gesù l’amore non è una teoria o un insieme di buoni propositi, ma un modo di essere che nasce dell’amore reciproco con il Padre. Infatti, come il Padre lo ha amato, così anche lui ama i suoi discepoli (Gv 15,9) e tutta l’umanità.

Questo amore spinge Gesù a fare del bene; lo porta alla donazione totale. È dall’esperienza di questo amore che nascono i suoi atteggiamenti concreti di accoglienza, di tenerezza, di misericordia, di compassione, di giustizia, di condivisione, ecc. È questo amore che lo porta a consegnare la sua vita per la vita del mondo. 

Aprirsi alla dinamica dell’amore di Gesù è condizione indispensabile per il cammino di santità. Infatti, essere santo è vivere unito a Gesù, nell’amore. Così hanno fatto i santi. È in questa prospettiva che possiamo comprendere la vita del Beato Timoteo Giaccardo, la cui memoria celebriamo oggi.

Fra le tante espressioni cariche di fede, possiamo trovare nel suo diario, scritto durante i difficili primi anni di vita paolina, nel lontano 1917, l’invocazione: «O Gesù, io ti dirò che voglio vivere la tua vita, trasformarmi in te: in te, o Gesù, come san Paolo, vivere come lui la tua vita di santità: vivit in me Christus: possedere la tua sapienza, come san Paolo mi raccomanda» (Diario, 9 ottobre 1917).

Il Beato Giaccardo era consapevole che soltanto rimanendo in Gesù, come ha fatto l’Apostolo Paolo, poteva lasciare tutto per rispondere alla voce dello Spirito che lo spingeva ad associarsi all’opera iniziata da don Alberione.  Soltanto rimanendo in Gesù lui poteva vedere la mano di Dio presente nel progetto congregazionale (e di Famiglia Paolina) appena avviato. Soltanto rimanendo in Gesù lui poteva produrre frutti nell’apostolato della stampa.

Già nel 1917, il Beato Giaccardo rivela la sua disponibilità a non fare la sua volontà, ma a mettere i suoi doni a disposizione del progetto che tanto lo affascinava: «La Stampa Cattolica è l’idea regina della mia vita, idea che si rende sempre più complessa e concreta: signora della mia mente, della mia volontà, del mio cuore: sole davanti a cui quasi scompaiono le altre idee, risultante di tutto quel che faccio» (Diario, 28 febbraio 1917).

Anche noi, oggi, dopo cento anni di fondazione della Società San Paolo e di inizio della Famiglia Paolina, abbiamo necessità di rimanere nell’amore di Gesù se vogliamo produrre frutti, non solo con la nostra testimonianza personale e con la stampa, ma con tutti i mezzi a nostra disposizione, dalla stampa alle reti digitali. Però, come ci aiuta a riflettere il Beato Giaccardo, la riuscita di questi propositi non può basarsi su progetti personali, individualistici, bensì sulla capacità di mettere i nostri doni a servizio di progetti comuni, del bene comune, condizione imprescindibile per protenderci in avanti nella missione.

La vera unione con Gesù ci porta a lasciar da parte tutte le forme di egoismo e di individualismo e ci rende disponibili al servizio dei fratelli e a lavorare nell’unità, pur rispettando la diversità di doni.  È valido ciò che dice papa Francesco riguardo a questo tema: «Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene» (EG 2).

Rinnoviamo il nostro impegno a rimanere in Gesù, nonostante le nostre debolezze e l’“insufficienza in tutto”. Lui certamente completerà, con la sua grazia, ciò che manca in noi. Il nostro spirito possa aprirsi alla sua Parola ed essa ci porti, per mezzo della nostra vita personale e delle opere apostoliche, a produrre molti frutti di bene per tutti. Il Beato Timoteo Giaccardo interceda per noi. Amen!  

Agenda Paolina

28 mars 2024

Nella Cena del Signore (bianco)
Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15

28 mars 2024

* SSP: 1988 Maggiorino Vigolungo viene proclamato Venerabile.

28 mars 2024FSP: Sr. M. Augusta Biolchini (2018) - Sr. Donata Narcisi (2019) - Sr. M. Dorotea D’Oto (2023) • PD: Sr. M. Tarcisia Spadaro (2008) - Sr. M. Emanuella Santini (2011) - Sr. M. Leonarda Pompiglio (2023) • IGS: D. Giorgio Zeppini (2018) • ISF: Michele Perillo (1996).