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Vie, Mar

La casa della Società San Paolo “Beato Timoteo Giaccardo” di Tor San Lorenzo di Ardea (Roma) ha ospitato, nei giorni 5-7 settembre, il secondo incontro dei referenti per la Pastorale vocazionale nelle Comunità della Congregazione in Italia. Giunti dalle vari Comunità d’Italia, i quindici paolini, Sacerdoti e Discepoli del Divin Maestro che hanno ricevuto questo incarico dal Governo provinciale, sono stati impegnati in una riflessione e in un confronto approfondito su quello che il Beato Giacomo Alberione riteneva il “problema principale” nella vita di tutta la Famiglia Paolina, ossia quello vocazionale. Ha aperto i lavori il Superiore provinciale don Eustacchio Imperato, presente il primo giorno, che ha ribadito proprio questa irrinunciabile necessità ed importanza, vista la situazione di povertà vocazionale in cui versa la nostra Circoscrizione.  

Analisi del mondo giovanile attraverso una lettura dei progressi determinatisi nel campo della comunicazione circa la cosiddetta  “generazione 2.0”, verifica del ruolo del referente della Pastorale vocazionale a livello locale a sei mesi dalla sua istituzione con comunicazione di esperienze, elaborazione di un progetto vocazionale triennale per la Provincia Italia, definizione di alcuni impegni da assumersi a livello circoscrizionale per l’animazione vocazionale, e infine verifica degli strumenti, soprattutto inerenti la rete e il Web di cui si è dotata la Pastorale vocazionale paolina, sono stati i temi sui quali i partecipanti si sono intrattenuti sotto la guida di don Ampelio Crema e don Giuseppe Musardo, rispettivamente responsabile e vice responsabile del Coordinamento generale della Pastorale vocazionale paolina e della Formazione con il contributo di don Carlo Cibien, Vicario del Superiore provinciale e Consigliere provinciale con delega alla formazione.

Il clima positivo e cordiale con cui si sono svolti i lavori ha consentito ai partecipanti di aprirsi ad una speranza “affidabile” perché “credente” e riposta nella fiducia nel “Padrone della Messe” che, se seguito con amore e con gioia soprattutto da coloro che già vivono la vocazione paolina, in Comunità sempre più serene e rasserenanti e per questo naturalmente aperte all’accoglienza dei giovani, non farà mancare alla Società San Paolo in Italia, il dono prezioso delle vocazioni.