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Tue, Apr

"Il Vescovo, quando si trattò di cominciare, fece suonare l'ora di Dio (aspettava il tocco di campana) incaricandolo di dedicarsi alla stampa diocesana, la quale aprì la via all'apostolato; e così quando si trattò dello sviluppo, poiché quando vide il cammino delle cose, assentì alla sua domanda di lasciare gli uffici a servizio della diocesi: "Ti lasciamo libero, provvederemo altrimenti; dedica tutto all'opera incominciata".

L'episodio che il Primo Maestro riporta nel testo poi raccolto al n. 30 nella redazione di Abundantes Divitiae, documento importante per la rilettura dell’opera di Dio in lui e nei suoi, avvenne nel settembre del 1913 nel corso di un triduo sul nome di Maria in preparazione per la festa della natività della Madre di Dio. Scattò allora per noi paolini e la nostra missione qualcosa di veramente speciale, quando Mons. Re affidò al nostro fondatore, già stimato anche se giovane direttore spirituale del Seminario, la direzione di Gazzetta d'Alba. Certamente il Vescovo aveva potuto notare la sua dedizione e la sua intraprendenza e passione per l’apostolato nella diffusione della Parola di Dio e della dottrina cristiana, avendo già dato prova di sé come scrittore l’anno precedente, pubblicando il suo primo libro che era stato proprio un testo mariano: La Beata vergine delle Grazie in Cherasco. La Madonnina: memorie, ossequi. Ad esso aveva fatto poi seguire un’edizione dattilografata del testo Appunti di Teologia Pastorale dalla quale trasparivano già sottolineature spirituali ed elementi apostolici che confluiranno nella nostra vita paolina quali frutti di una esperienza in fieri che gradualmente avrebbe portato al testo Apostolato Stampa, aggiornato poi come all’Apostolato dell’edizione.

Ma dietro a tutte queste intuizioni alberioniane sta una grande fede e confidenza nella Madre del Signore che egli da sempre sentì unita alla propria Opera. “la Vergine – scrisse Alberione in una circolare degli Anni Venti -  va a scegliersi i figli e le figlie da consacrare a Gesù: la consolatrice degli afflitti, la salute degli infermi, la santificatrice di tutti, la gioia del mondo, la più bella creatura, è colei che sempre porta ed offre Gesù Via, Verità, Vita...

Quanti paolini o paoline hanno emesso la loro professione religiosa in questo giorno 8 settembre!

Il senso di questa festa mariana che in quella data celebriamo è ricordato già da sant’Andrea di Creta, vissuto tra il VII e l’VIII secolo, in una sua Omelia per la Natività di Maria, in cui l’evento è presentato come tassello prezioso dello straordinario mosaico che è il Padre è andato a realizzare gradualmente per la salvezza dell’umanità: “Il mistero del Dio che diventa uomo- egli dice - la divinizzazione dell’uomo assunto dal Verbo, rappresentano la somma dei beni che Cristo ci ha donati, la rivelazione del piano divino e la sconfitta di ogni presuntuosa autosufficienza umana. La venuta di Dio fra gli uomini, come luce splendente e realtà divina chiara e visibile, è il dono grande e meraviglioso della salvezza che ci viene elargito”. Questa celebrazione che onora la natività della Madre di Dio tuttavia egli la rimanda al suo vero significato e fine che è l’incarnazione del Verbo. “Maria - egli scrive -  nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio”.

La Parola offerta dalla liturgia della festa mariana non fa che mettere in evidenza l’incipit di questo accadimento per il quale Maria è stata da sempre pensata da Dio e rende nel brano di Luca plasticamente la scena dell’Annunciazione come momento di svolta, fondamentale, dove la volontà del Padre trova l’assenso e la condiscendenza della volontà della creatura.

Potremmo dire che Maria “nasce” per questo assenso: qui sta il senso della sua vita posta in umile accondiscendenza ad un grande progetto che, via via, si manifesta e si realizza.

Come per lei all’annuncio dell’angelo anche in noi c'è un oggi che è unico nel suo definirsi, perché diviene il luogo dell'invito a entrare in un progetto pensato tutto e solo per noi. Come per Maria quest'oggi non è isolato, ma è legato ad altri consensi, ad altri sì unici nella modalità carismatica paolina che ci è propria e che si aggiungono nel grande mosaico della salvezza che Dio Padre attua con la nostra partecipazione di consacrati paolini; tanti sì di tanti in tutto il mondo paolino oggi che accolgono la Parola da incastonare accanto alla risposta degli altri fino a che la Parola di Dio non si compia e la nostra mirabile Famiglia Paolina non risplenda nel dono che porta in sè. È il lineare percorso della grazia che ci coinvolge continuamente e ci interpella facendoci cooperatori e responsabili dell’evolversi dell’Opera paolina.

Bisogna rileggere allora il mistero di Maria – lasciata a noi come Regina Apostolorum - nel mistero stesso della Chiesa e a partire dall’evento Cristo come cuore della Rivelazione e fine ultimo dell’annuncio evangelico che oggi noi continuiamo a portare coi nostri apostolati in tutto il mondo.

Come già ci ricordava il Concilio Vaticano II, la Vergine è membro della Chiesa per antonomasia: il tipo in cui tutti i fedeli di tutti i tempi, chiamati alla santità, debbono e possono rispecchiarsi. Maria è germe e forma perfetta della comunità dei credenti perché già troviamo in lei tutto quanto lo Spirito riverserà su chi crede e acconsente alla Parola prolungando la sua fecondità nella storia! “La Vergine nella sua vita fu modello di quell’amore materno, del quale devono essere animati tutti quelli, che nella missione apostolica della chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini” (LG 65).

Maria continuamente offre il Figlio al mondo e lo dona. Guardando alla Regina degli Apostoli ogni paolino e paolina sente di portare come lei al mondo il Verbo Incarnato il Maestro Verità Via Vita che passa nascostamente nel nostro apostolato che, solo nella fede, può divenire grembo che lo rigenera nel mondo oggi.

In un omelia per la Messa della Natività il Primo Maestro sottolineava:

 “Abbiamo motivo di sperare che la Vergine ci usi misericordia e ci faccia sperimentare gli effetti della sua materna bontà nel giorno in cui la Chiesa le dà tutti i contrassegni della sua venerazione.

Gesù Cristo non vorrà certamente rigettare le preghiere di Colei alla quale Egli volle ubbidire sulla terra; non potrà dimenticare il bene che Ella gli voleva durante la sua vita mortale, le premure che ebbe per Lui, i dolori che per Lui sofferse. A tutti questi titoli si aggiunge l'immensa sua carità, per cui la Madre dell'umanità redenta desidera ardentemente di vedere tutti i suoi figli salvi nel possesso della gloria celeste”.

Agenda Paolina

April 23, 2024

Feria (bianco)
S. Giorgio, martire
S. Adalberto, vescovo e martire
At 11,19-26; Sal 86; Gv 10,22-30

April 23, 2024

* SSP: 1984 Casa “Regina della Polonia” a Czestochowa (Polonia).

April 23, 2024SSP: Nov. Ouseph Chakalakal (1954) - Fr. Giovanni Moretto (1999) - D. Carmine Caputo (2002) - D. Aristelio Monroy Hurtado (2018) • FSP: Sr. M. Gabriella Bartolotta (2007) - Sr. Maria Luisa Benigni (2009) - Sr. Rosa Maria Munari (2014) - Sr. M. Lucis Ossa (2015) - Sr. M. Maddalena Ricon (2016) • PD: Sr. M. Alessandra Tavella (2002) - Sr. M. Bernard Oballo (2016) - Sr. M. Silvana Pancaro (2021) • SJBP: Sr. Agnese Simonotti (2017) - Sr. Grazia Quattrocchi (2021) - Sr. Luz Elmira González Peña (2021) • ISF: Renato Mencarini (1988).