18
Thu, Apr

Matteo conclude oggi il discorso della montagna: “Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento”. Nel brano ascoltato Gesù indica una condizione indispensabile per entrare nel regno: compiere la volontà di Dio. Questo è il contrassegno che ci fa riconoscere come figli suoi e discepoli di Gesù. Non basta professare solo a parole Cristo come Signore glorioso e risorto dai morti; bisogna aggiungervi il compimento della volontà del Padre. Solo così la nostra giustizia, santità e fedeltà saranno maggiori di quelle degli scribi e dei farisei, come desidera Gesù.

Gesù, infatti, ci insegna che la preghiera deve andare in sintonia con la pratica della vita quotidiana. Anzi la preghiera non serve a nulla - insiste ancora Gesù - se non si compie la volontà del Padre celeste. Insomma la preghiera richiesta da Gesù deve portare noi Paolini a impegnarci con entusiasmo e competenza, per tutta la vita e fino alla fine, al servizio della missione con l’ardore dell’Apostolo Paolo.

Per illustrare la necessità di questa fede pratica, la fede che salva, la fede che opera per mezzo della carità, Gesù racconta la parabola delle due case, una costruita sulla roccia e l’altra sulla sabbia. Il vero discepolo di Cristo è l’uomo saggio, che costruisce sulla roccia dura; quello falso è l’uomo stolto, che edifica la sua casa sulla sabbia instabile. Il primo ascolta e osserva la parola del Signore; il secondo l’ascolta, ma non la mette in pratica. Di qui la sua rovina e la sua esclusione, perché la fede senza le opere è sterile, anzi è morta. 

La parola di Dio è efficace come la pioggia e la neve; penetrante come una lama a doppio taglio. Perciò la parola di Dio chiede una nostra risposta: anzi, scruta in fondo al nostro cuore e ci giudica. La meditazione quotidiana e amorosa della parola di Dio ci abilita ad assumere questa stessa parola come perno della nostra vita cristiana e quale elemento costitutivo della nostra struttura personale e comunitaria.

Noi siamo nella Casa Divin Maestro di Ariccia, come Gesù è sulla montagna con i suoi; come i discepoli con Gesù, anche noi preghiamo, ascoltiamo, riflettiamo, studiamo, impariamo e lavoriamo insieme per migliorare noi stessi. E in questo ambiente Gesù ci interroga e attende la nostra risposta. Non possiamo aggirare i seri interrogativi che ci pone oggi la parola di Gesù al cominciare di questa terza parte del nostro Seminario sul Carisma: A quale classe di persone apparteniamo? Siamo la casa costruita sopra la roccia o quella sopra la sabbia?

Amare Dio amando i fratelli e le sorelle è la sintesi della volontà divina su ognuno di noi.

La settimana prossima, scendendo dalla nostra “montagna” - questa Casa di Ariccia - e tornando alla nostra realtà quotidiana, vogliamo costruire solidamente sopra la roccia e sulla pietra angolare che è Cristo Maestro Via, Verità e Vita, e comunicare questa buona notizia a tutti gli uomini e donne del nostro tempo con il cuore universale dell’apostolo Paolo e secondo quanto ci indica il nostro beato Fondatore.