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Seg., Jun.

Alle ore 21,10 (ora locale) del 13 novembre 2016, presso la comunità di Torino, si sono aperte le porte del Cielo al nostro fratello Discepolo del Divin Maestro

FRATEL GIOVANNI BATTISTA SERAFINO ROSSO
87 anni di età, 74 di vita paolina, 69 di professione religiosa

«Ho ricevuto il mio congedo. Ditemi addio fratelli. M’inchino a voi e me ne parto solo. Chiedendo mille scuse e perdono. Vi chiedo suffragi e poche parole di commiato. Quasi niente» (fratel Serafino). Con queste poche e delicate parole – trovate su un biglietto scritto a mano nella sua stanza della comunità di Torino dove viveva e dove nella serata di domenica 13 novembre ha reso la sua anima a Dio – fratel Serafino si è congedato da noi. Se n’è andato in silenzio, quasi senza voler disturbare, proprio come ha vissuto la sua vita, praticamente sempre nella “trincea” della libreria a offrire la “Parola incartata” a chi, alla ricerca di Dio, tentava di scovarlo negli scaffali dei libri.

Con questo fedele Discepolo del Divin Maestro se ne va un altro pezzo di storia della Provincia Italia, in particolare di quella schiatta di librai che, prendendo sul serio il valore del “pulpito” della libreria nel senso inteso dal Primo Maestro, hanno reso un grande servizio alla Chiesa che è in Italia. Bari (1953-1958), Roma (1958-1960), Vicenza (1960-1982) e Torino (1982-2003) le librerie in cui ha reso il suo prezioso servizio, animato da un forte desiderio di conoscere, che lo ha sempre portato a leggere moltissimo, anche dopo il suo congedo dalla vita apostolica attiva.

Due note biografiche, prima di far scendere un silenzio denso di commozione sulla sua vicenda umana. Originario di Piove di Sacco, nel Veneto (ma con un trisavolo piemontese), si trasferì all’età di 2 anni nel torinese con la sua famiglia, molto religiosa e attiva in parrocchia. Qui i genitori conducevano un’azienda agricola. Entrò in San Paolo appena tredicenne ad Alba; qui frequentò l’anno di noviziato e il 19 marzo 1947 si consacrò a Dio. Dopo la professione perpetua (Roma, 19 marzo 1952) e un breve tempo in tipografia a Modena, approdò a Bari (1953), dove iniziò il suo apostolato librario.

Discreto, silenzioso, senza mai pretese, servizievole, arguto nei suoi rari interventi, genuino coi clienti, sentendo l’avvicinarsi della morte, l’ha affrontata a viso aperto, preferendo non essere portato in ospedale. Un ictus gli ha spalancato le porte del Cielo. Ha avuto il dono di essere stato assistito negli ultimi momenti dai fratelli della comunità di Torino riuniti in preghiera intorno al suo capezzale.

Roma, 14 novembre 2016                                                                  

Don Stefano Stimamiglio 


I funerali si svolgeranno il 16 novembre alle ore 10.30 (ora locale) presso la chiesa di San Giorgio Martire in San Sebastiano da Po, Frazione Moriondo (Torino). Le sue spoglie mortali saranno poi collocate nella tomba di famiglia del cimitero di tale località.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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Quando c’è buona volontà si ama la povertà; quando c’è buona volontà si è delicati di coscienza, si fa gran conto dei piccoli difetti e gran conto delle piccole virtù. Quando c’è buona volontà si sta più buoni se nessuno osserva che quando si è osservati (APD56, 41).

17 junho 2024

Cuando hay buena voluntad, se ama la pobreza; cuando hay buena voluntad, se es delicados de conciencia, se tienen muy en cuenta los pequeños defectos y mucho las pequeñas virtudes. Cuando hay buena voluntad, se es mejores cuando nadie observa que cuando se es observados (APD56, 41).

17 junho 2024

When there is good will, poverty is loved; when there is good will, one is delicate of conscience, great account is taken of small defects and great account of small virtues. When there is good will, one feels better if no one observes than when one is being observed (APD56, 41).