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Sam, Jui

Alle ore 9.15 circa di ieri, 10 maggio, è deceduto presso l’Ospedale Umberto I, a causa di complicazioni cardiache dopo una grave ischemia aggravate dagli effetti del coronavirus, il nostro fratello della Comunità San Paolo di Roma

DON MARCELLO LUIGI VIOLA
86 anni di età, 71 di vita paolina, 63 di professione, 56 di sacerdozio

Una persona timida «ma riconoscente, che manteneva i contatti con tutti e non mancava di farsi presente con una telefonata nelle occasioni importanti della vita, ricordando magari tutti i componenti della famiglia». Questa testimonianza di don Giusto Truglia ci mostra una qualità del nostro confratello, che si è impegnato nell’ambito della pastorale vocazionale negli ’60-’70, quando in Italia i ragazzi conoscevano le nostre comunità soprattutto grazie ai parroci. Don Marcello per una quindicina d’anni ha girato la Puglia, la Basilicata e la Calabria insieme a fratel Giovanni Daniele per conoscere i giovani, che poi sarebbero entrati nella comunità di Bari. Prima con la Fiat 600, e poi con la Fiat 127, macinavano insieme molti chilometri, carichi di speranza e di molti libri stampati in comunità, che spesso lasciavano in dono ai ragazzi come testimonianza concreta della nostra missione. «Aveva la costanza e l’umiltà di girare parroco dopo parroco, da una diocesi all’altra, per chiedere vocazioni... Sono centinaia e centinaia, forse migliaia, i ragazzi che dietro suo invito sono passati in San Paolo: se alcuni poi sono diventati sacerdoti e discepoli paolini, nondimeno i tanti che hanno lasciato lungo il cammino non hanno smesso di mantenere i contatti con la San Paolo. E don Marcello era il tramite di questo legame che si perpetuava nel tempo, con riconoscenza da parte dei ragazzi che in San Paolo avevano trovato un ambiente capace di coniugare studio, gioco, avviamento al lavoro, formazione umana e spirituale, amore per l’apostolato paolino». Anche queste parole sono uno spaccato della vita e della persona di don Marcello: il frutto del suo operato sono proprio i giovani che son divenuti Paolini.

Don Marcello nasce l’8 febbraio 1934 a Trenta, un paesino collinare in provincia di Cosenza. È il quarto di sei fratelli, dove papà Nunzio e mamma Cesarina De Rose educano i figli alla fede e a una vita semplice.

Entra in Congregazione nella comunità di Montalto Uffugo (Cosenza), prima che questa venga trasferita a Bari: è il 7 febbraio 1949. Vi rimane per sei anni, fino a quando il 7 settembre 1955 giunge in noviziato ad Albano Laziale. Emette la prima professione in questa comunità l’8 settembre 1956, assumendo anche il nome di Luigi.

Inizia così il periodo di juniorato a Roma dove rinnova in perpetuo la professione religiosa l’8 settembre 1961. Viene ordinato diacono il 5 maggio 1963 e il 7 luglio dello stesso anno presbitero per l’imposizione delle mani di Mons. Ettore Cunial.

Dopo un anno parte per la comunità di Bari, per curare la pastorale vocazionale: dal 1964 fino al 1979 per 15 anni ininterrotti si dedica a far conoscere la nostra missione, eccetto un anno (1968-1969) dove a Roma frequenta alcuni corsi di teologia presso l’Università Pontificia Lateranense. Dal 1979 al 1981 ritorna a Roma per la Licenza in Teologia spirituale, terminata la quale lo ritroviamo a Bari, impegnato nella contabilità e nell’animazione dell’Istituto Santa Famiglia (1981-1983).

Nel 1983 don Marcello lascia la Puglia e parte per Alba, impegnato ancora nella pastorale vocazionale, fino a quando nel 1985 i Superiori gli propongono di tornare a Roma per curare l’animazione spirituale del gruppo dei Cooperatori Paolini (1985-1994).

Nel mese di settembre del 1994 don Marcello riparte per Cinisello Balsamo, per venire inserito nel settore redazionale della nostra casa editrice. Sono 11 anni in cui quella comunità valorizza il suo amore per il nostro apostolato.

Negli anni successivi il nostro confratello vive nelle comunità di Modena (2005-2006), Tor San Lorenzo (2006-2007), Roma (2007-2014) e ancora Bari (2014-2017), sempre impegnato nel ministero.

L’ultima tappa della sua vita è la Comunità San Paolo di Roma, dove è disponibile per il ministero e per altri impegni comunitari. Il 7 aprile scorso viene colpito da una grave ischemia, che limita tutti i movimenti della parte sinistra del corpo e gli causa la morte intervenuta poi ieri mattina.

Salutiamo don Marcello, che ha raggiunto la vita eterna nella V Domenica di Pasqua, giorno in cui la Liturgia della Parola ci ridona il brano del Vangelo tanto caro al Beato Giacomo Alberione e a noi tutti: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6). Quante volte ha ascoltato queste parole di Gesù, quante volte le avrà condivise con i giovani o durante le missioni bibliche di Famiglia Paolina alle quali spesso partecipava… Ora riempiono di significato l’ultimo incontro con il Maestro.

 

Roma, 11 maggio 2020                                  

Don Domenico Soliman, ssp


I funerali di don Marcello saranno celebrati martedì 12 maggio alle ore 10,00 presso la Sottocripta del Santuario Regina degli Apostoli. La salma verrà tumulata presso il cimitero Laurentino di Roma.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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15 juin 2024

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Che ci sia il distacco dalla terra e l’attaccamento a Dio, l’unione a Dio, in carità, quando cioè si può dire davvero: vi amo con tutto il cuore, vi amo sopra ogni cosa, specialmente sopra di me, sopra il mio orgoglio e il mio egoismo; e amo il prossimo come me stesso, per amore di Dio (APD56, 363).

15 juin 2024

Debe haber desprendimiento de la tierra y apego a Dios, unión con Dios, en caridad; es decir, cuando se pueda decir de veras: te amo con todo mi corazón, te amo sobre todas las cosas, especialmente sobre mí, sobre mi orgullo y egoísmo; y amo a mi prójimo como a mí mismo, por amor a Dios (APD56, 363).

15 juin 2024

Let there be detachment from the world and attachment to God, union with God, in charity, when one can truly say: I love you with all my heart, I love you above all things, especially myself, above my pride and selfishness; and I love my neighbour as myself, out of love for God (APD56, 363).