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Jue, Mar

In occasione del 50° anniversario della sua fondazione (16 aprile 1969), la Federazione Biblica Cattolica Mondiale (FeBiC), dal 23 al 26 aprile, ha celebrato il suo Congresso a Roma, con la partecipazione di oltre 200 delegati provenienti da tutto il mondo. 10 i membri della Famiglia Paolina presenti: 4 Paolini (provenienti da Argentina, Congo, Italia e Venezuela), 4 Figlie di San Paolo, 1 Pia Discepola, 1 Cooperatrice. L’assemblea ha visto la partecipazione attiva di 14 vescovi e 3 cardinali. Il card. Tagle, in qualità di Presidente, ha accolto i presenti ricordando la sfida di incarnare la Parola di Dio nella vita, soprattutto in un contesto caratterizzato da tanti segni di povertà, di violenza e di dolore. Lo stesso Papa Francesco, nell’udienza del 26 aprile, riservata ai membri del Congresso, ha ribadito che lo studio non è sufficiente per essere dei buoni servitori della Parola: «Tutti i contributi accademici, i volumi che si pubblicano… sono come legna che, faticosamente raccolta e assemblata, serve a riscaldare. Ma come la legna non produce calore da sé, così nemmeno i migliori studi; serve il fuoco, occorre lo Spirito perché la Bibbia arda nel cuore e diventi vita».

Diversi i relatori che si sono succeduti nell’Aula Magna del Congresso. Uno di questi, il padre eudista Fidel Oňoro, ha suggerito cinque disposizioni che possono accendere il fuoco della Parola perché questa possa scaldare la vita. I presenti le hanno subito accolte come traccia dei passi futuri.

  1. Camminare insieme rispettando la ricchezza della diversità non solo di chi cammina ma anche dell’approccio utilizzato da chi cammina (pensiamo anche solo all’importanza di tenere unite la passione per lo studio e l’attenzione alla pastorale, senza che l’una screditi l’altra).
  2. Essere più profetici nel nostro servizio alla Chiesa. Come i “profeti dell’esilio”, siamo chiamati a riconfigurare, alla luce della Parola, il nostro modo di essere popolo di Dio.
  3. Essere, prima che annunciatori, discepoli della Parola, vigilando sul rischio di manipolarla. È di Lei che dobbiamo far parlare, non di noi e delle nostre strategie di annuncio.
  4. Lasciare che la Parola sia fonte di discernimento, facendone realmente l’anima delle scelte ecclesiali, pastorali, spirituali. Si tratta, in altre parole, di perseverare nell’animazione biblica dell’intera pastorale, obiettivo più volte ribadito negli ultimi vent’anni.
  5. Curare con più attenzione la formazione. È questa una sfida prioritaria che non può essere trascurata: molte comunità cristiane oggi hanno bisogno di una vera e propria alfabetizzazione biblica. Gli stessi centri di formazione teologica (per chierici e per laici) dovrebbero rivedere, in alcuni casi, il piano di studi, restituendo alla Parola la centralità che le spetta.

Durante lo svolgimento dei lavori, ci siamo più volte ripetuti quanto fossero “paoline” le sfide emerse in Aula. È stato un dono poterle accogliere e discuterne come Famiglia, grazie anche agli stimoli di don Ruben Darìo, paolino e membro del Comitato Esecutivo della FeBiC. Nel venerdì 26 i partecipanti sono stati ricevuti da Papa Francesco, che ha trasmesso questo messaggio: Discorso.