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La I guerra mondiale, i tempi difficili, la mancanza di mezzi, la giovane età, l’impreparazione alla missione… Tutto sembrava essere contro il giovane sacerdote don Giacomo Alberione in quel lontano 20 agosto 1914. Il buon senso consiglierebbe di aspettare tempi migliori… Qualche persona amica consiglierebbe che non è ancora opportuno… Ma il giovane don Alberione fu di tutt’altro parere. L’intuizione divina che ha avuto 14 anni prima – già maturata nel suo cuore e alimentata dalla grande fede e fiducia che Dio è capace di portare avanti la Sua opera nonostante tante cose contrarie, compresa la nostra debolezza umana – gli ha fatto decidere di iniziare l’Opera alla quale Dio l’ha destinato.

Come sono andate le cose dopo, lo sappiamo più o meno tutti. Perché l’Opera di Don Alberione, chiamata oggi “Famiglia Paolina”, è riuscita così bene? Dal punto di vista umano ci voleva poco affinché essa, anche a causa delle reali difficoltà menzionate all’inizio, alle quali poi si è aggiunta una grave malattia del Fondatore, cessasse e venisse stroncata dopo qualche anno. Non necessariamente dopo 104 anni della sua storia la Famiglia Paolina doveva essere presente in 66 Paesi di tutti continenti del mondo. Questo è evidente segno che si tratta di un’opera di Dio. La profonda fede del Fondatore e la grande fiducia nella Divina Provvidenza ci permettono di festeggiare oggi 104 anni dalla nascita della Famiglia Paolina e di ringraziare il Signore per la persona del nostro Fondatore. Lui, infatti, fu capace di seguire, come lui stesso dice, la sua “doppia storia”: la prima, delle «divine misericordie», che sfocia nell’inno di lode che è il «gloria in excelsis Deo...»; la seconda, «la storia umiliante» delle incorrispondenze sulle quali, ogni giorno «medita e piange», fiducioso nel «perdono totale». Ma insiste più sulle «abbondanti ricchezze» elargite da Dio alla Famiglia Paolina, per finire che «tutto è da Dio, tutto ci porta al Magnificat»; cioè al canto dell’umiltà glorificata: in me ha fatto cose grandi l’onnipotente (AD 1-4).

Anche oggi non ci mancano le difficoltà. Mancanza di vocazioni, mancanza di mezzi, tempi difficili, l’impreparazione alla missione, l’impreparazione all’apostolato con i nuovi mezzi moderni… Di fronte a tutta questa complicata realtà non è difficile scoraggiarsi, voler chiudere i battenti… Ma cosa farebbe oggi il nostro Fondatore davanti a tutta questi problemi? Probabilmente, essendo consapevole che partecipa all’Opera di Dio e non alla sua opera, con fede e fiducia nella Divina Provvidenza, come faceva spesso, si metterebbe davanti al Tabernacolo chiedendo luce e forza per andare avanti. Don Alberione ci ripeterebbe che la persona “eletta” per una missione, e realmente cosciente del suo ruolo di servitore, non forza la mano a Dio perché acceleri il tempo delle realizzazioni. Legge i segni di Dio, ma ha pazienza e sa che l’ora di Dio arriva, sempre che non vi mettiamo ostacolo. (AD 44).

Agenda Paolina

March 28, 2024

Nella Cena del Signore (bianco)
Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15

March 28, 2024

* SSP: 1988 Maggiorino Vigolungo viene proclamato Venerabile.

March 28, 2024FSP: Sr. M. Augusta Biolchini (2018) - Sr. Donata Narcisi (2019) - Sr. M. Dorotea D’Oto (2023) • PD: Sr. M. Tarcisia Spadaro (2008) - Sr. M. Emanuella Santini (2011) - Sr. M. Leonarda Pompiglio (2023) • IGS: D. Giorgio Zeppini (2018) • ISF: Michele Perillo (1996).