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Con il presente contributo desidero segnalare alcuni criteri individuati e perseguiti dal Papa nell’opera di Riforma della Curia Romana alcuni dei quali  possono interessare anche gli Istituti Religiosi più volte sollecitati ad “aggiornare” convenzioni e prassi consolidate, facendo ritorno allo “spirito” originale e genuino del dono carismatico ricevuto dai Fondatori. Con i criteri intendo mettere in risalto i passi concreti finora compiuti (Rimando al già citato discorso tenuto dal papa Francesco il 22 dicembre 2016 ai Cardinali e alla Curia Romana, in: “L’Osservatore Romano”, 23 dicembre 2016, pp.4-6).

Criteri della Riforma

Il Papa ne enumera ben dodici a partire dal criterio della conversione individuale senza la quale “saranno inutili tutti i cambiamenti delle strutture”. Qui mi limiterò a dire qualcosa sui criteri della pastoralità, della missionarietà, della modernità e della sinodalità.

Con il criterio della pastoralità si intende superare una certa  mentalità di “potere” da sempre rimproverata alla Curia Romana, per assumere, nello stile di lavoro e di contatto con chi si rivolge alle strutture centrali della Chiesa, la “spiritualità di servizio e di comunione che esorcizzi i veleni dell’ambizione, della carriera, della rivalità”.

Il criterio della missionarietà evidenzia il fine essenziale di ogni servizio ecclesiale, anche il più umile e nascosto: annunziare con la parola e testimoniare con la propria vita il lieto annunzio della salvezza: Gesù Cristo!

Il criterio della modernità esige il continuo “aggiornamento” delle strutture ecclesiastiche secondo i tempi, i luoghi e le culture impedendo la loro fossilizzazione e quasi “sacralizzazione” .  

Il criterio della sinodalità da promuovere anzitutto all’interno dei Dicasteri in modo da evitare “personalismi, imposizioni arbitrarie e non condivise”. Con ciò si intende dare incremento alle vie di “comunione” già presenti in essi a partire dal necessario regolare contatto del Papa con il vertice dei singoli Dicasteri; con il coinvolgimento più deciso dei “Membri” (Cardinali e Vescovi provenienti da ogni continente) e dei “Consultori” (Ecclesiastici e Laici esperti appartenenti a diverse aree culturali e geografiche).

I passi compiuti

In attesa che le linee portanti della Riforma confluiscano finalmente nella Costituzione Apostolica che le trasformerà in "legge", dando così compimento “irreversibile” al rinnovamento della Curia Romana, si possono già registrare alcuni concreti cambiamenti. Con apposite Lettere, in forma di Motu Proprio, il Papa ha provveduto finora a istituire la Segreteria per la Comunicazione (27 giugno 2015) al fine di raggruppare i numerosi Enti vaticani impegnati a vario titoli nei media. Di tale Organismo, a motivo dello speciale interesse che riveste per la nostra Congregazione, ne  parleremo  più diffusamente in un prossimo contributo.

Il 15 Agosto 2016 ha istituito il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita nel quale sono confluiti i seguenti Pontifici Consigli: per i Laici; per la Famiglia e l'Accademia per la Vita. Si noti, al riguardo, come, in linea con l'insegnamento conciliare relativo alla sostanziale unità e dignità di tutte le componenti del Popolo di Dio, l'organismo vaticano proposto alla cura del laicato cristiano assume ora la stessa dignità degli attuali Dicasteri che si occupano rispettivamente del Clero e dei Religiosi .

 Il 17 Agosto 2016 è stata la volta del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale,  con evidente riferimento al magistero della Costituzione Conciliare Gaudium et Spes e dell’enciclica Populorum Progressio del papa Paolo VI. Nel nuovo Dicastero sono stati accorpati ben quattro Pontifici Consigli: Giustizia e Pace; Cor Unum; Migranti e Itineranti; e per gli Operatori Sanitari. Il Papa ha riservato a sé stesso, anche se ad tempus, la guida della sezione "profughi e migranti".

Osservazioni

Ad uno sguardo superficiale i passi finora compiuti possono apparire di semplice maquillage , ovvero di semplificazione con l’accorpamento di Organismi più o meno omogenei cresciuti a dismisura all’indomani del Concilio Vaticano II. In realtà, a ben guardare, si scorgono alcuni segnali di notevole rilievo ecclesiologico come, ad esempio, il riconoscimento del ruolo dei Laici e, in particolare della “donna”. In alcuni Dicasteri, infatti, possono ora assumere uffici apicali con la nomina a “segretario” o “sotto-segretario”; uffici finora riservati quasi esclusivamente ad Ecclesiastici quali Vescovi e Prelati. Si tratta, a mio modesto parere, di un passo in avanti nella comprensione del munus gubernandi ovvero della potestà di governo riservata fino ad ora ai soli Ministri ordinati, anche se il can. 129 § 2 del CDC, ammette che i “fedeli laici” possono “cooperare” nell’esercizio di tale potestà. A tale riguardo può essere utile considerare come nella Vita Religiosa che, pur non rientrando nella struttura gerarchica della Chiesa: “appartiene tuttavia alla sua vita e alla sua santità” ( can. 207 § 2 CDC), la potestà di governo è pacificamente praticata nelle Congregazioni “laicali” da Superiori “non chierici” e lo stesso avviene in tutti gli Istituti femminili.  

  

*Don Alberto Fusi è il Procuratore generale della SSP

 

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March 29, 2024

Passione del Signore (viola)
Astinenza e digiuno
Is 52,13–53,12; Sal 30; Eb 4,14-16; 5,7-9; Gv 18,1–19,42

March 29, 2024

* SSP: 1947 a Santiago de Chile (Cile).

March 29, 2024SSP: D. Felipe Gutiérrez (2004) - Fr. Natale Luigi Corso (2014) • FSP: Sr. Teresa Bianco (1995) - Sr. Guglielmina Oliboni (1995) - Sr. Mansueta Chiesa (2005) - Sr. Lucia Migliore (2007) - Sr. Carla (Clelia) Ferrari (2012) - Sr. Mary Bernadette Fitzgerald (2020) - Sr. Maria Carmen Conti (2020) • PD: Sr. M. Cornelia De Toffoli (1996) - Sr. M. Veritas Montecchio (2017) • IGS: D. Michele Sarullo (1993) • IMSA: Giuseppina Sanfilippo (2009) - Rosetta Budelacci (2022) • ISF: Egidio Pitzus (1997) - Giovanni Sticca (1997) - Antonietta Turco (1997) - Isabel Sabugo (2002) - Giovanni Italiano (2011).