Francesco Chiesa è una figura eccezionale. Dedito interamente al servizio del Signore, il suo zelo non conosce limiti. Generoso e disinteressato, agisce con prontezza e intelligenza, con prudenza e fermezza; non si risparmia nella formazione dei futuri sacerdoti e nel ministero pastorale; il suo abbandono in Dio è la sorgente della sua abituale serenità. Esempio di sacerdote diocesano, la sua figura di maestro e la sua opera di pastore sono rimaste nel ricordo di quanti l’hanno conosciuto.
La sua caratteristica è quella di fare le cose ordinarie in maniera perfetta. Nei suoi 50 anni di sacerdozio, di cui oltre trenta spesi nel ministero parrocchiale, questo sacerdote filosofo, teologo e giurista spazia, con grande dedizione e intelligenza, dall’organizzazione dei gruppi di preghiera e di catechesi ai problemi edilizi, dalla teologia alle scienze naturali. Si trova ad affrontare problemi sempre attuali, come quello della formazione del clero, dell’obbedienza alla Chiesa, dell’adeguamento della pastorale alle esigenze dei tempi. Si prende cura soprattutto delle persone.
Maestro di preghiera e di vita interiore, esempio di studiosità e di cultura, egli sa spendersi e sovraspendersi per Cristo e per le persone a lui affidate, mentre si eleva costantemente verso i più alti gradi della perfezione, tanto che al termine della sua lunga giornata terrena il vescovo lo definisce “un cristiano perfetto, un sacerdote perfetto, un parroco perfetto”.
Docente instancabile ed educatore impareggiabile, egli ha lasciato una traccia indelebile nella formazione del clero della diocesi di Alba e nei religiosi paolini, che lo ebbero come guida sicura alle loro origini. Se per generazioni di seminaristi e di paolini è padre e maestro di vita e di santità, per i confratelli nel sacerdozio è un modello di virtù: carità, umiltà, prudenza, austerità e signorilità insieme, amabilità, distacco e purezza...
La Famiglia Paolina non solo gli deve la formazione e la preparazione del suo Fondatore, ma anche la cura, la protezione, la difesa, l’orientamento e l’alimento delle radici dell’albero piantato da Don Alberione. È possibile che senza il canonico Francesco Chiesa la Famiglia Paolina non esistesse, ma certamente non sarebbe quello che è. A questo hanno giovato certamente la sua preparazione culturale e la sua larga esperienza, ma molto più la sua ricchezza interiore, il suo zelo per la gloria di Dio e la salvezza del prossimo. Le due ore di adorazione quotidiana, fatte con esemplare raccoglimento e nonostante i numerosi impegni quotidiani, sono per noi un vero richiamo, oggi che la formazione insiste molto, forse troppo, sui rami e sui frutti, piuttosto che sulle radici. Chissà che non sia questo uno dei motivi di tanti fallimenti, in particolare tra i giovani paolini...
Da quanto detto, parrebbe di poter concludere che la memoria del venerabile Francesco Chiesa sia tuttora viva e attuale, tanto nella diocesi di Alba quanto nella Famiglia Paolina. Nulla di più lontano dalla realtà! Egli è, purtroppo, il “gran dimenticato” nella vita e nella missione di quanti invece dovrebbero sentire verso di lui ammirazione, riconoscenza e devozione.
Se avremo il coraggio di riscoprire l’importanza della sua figura, garantiremo lo spirito pastorale che il Fondatore vuole caratterizzi tutti i rami della nostra Famiglia, e avremo nelle mani la chiave per rafforzare e ricondurre all’unità i valori fondanti della vita paolina e degli apostolati convergenti che la qualificano.
* Don José Antonio Perez è il Postulatore generale della Famiglia Paolina
